Nell’agosto 1983 Valeria viene trasferita definitivamente a
Torreglia in casa del fratello Orlando, da dove può essere trasportata tre
volte alla settimana a Padova per la dialisi. La cognata Franca nel frattempo lascia il lavoro per accoglierla a casa come una sorella; sarà come una mamma pronta a
prestarle ogni necessaria assistenza.
«Anche nei
dolori più lancinanti – testimonia
Franca – Valeria sapeva sorridere; benché il male fisico segnasse il distacco
dalla realtà, Valeria diceva: Dio mi dà tante gioie che mi fanno dimenticare le
mie condizioni». «La situazione però peggiorava, le piaghe si ingrandivano
sempre più, ci voleva una persona adatta per le medicazioni… Il Signore
provvedeva sempre…».
Il 17 ottobre 1983 riceve la Benedizione Apostolica
del Papa Giovanni Paolo II.
Ormai il suo mondo terreno scompare dalla sua visione
e dai suoi interessi di ogni giorno. La farfalla, che uscì con fatica costante
e tenace dall’insignificante crisalide attraverso l’involucro tortuoso delle
sofferenze e delle umiliazioni, ha finito di volare e non trova sulla terra
oggetto degno della sua attenzione e della sua sosta.
Non
le resta che il cielo limpido ed immenso …
Prova momenti di fervore mistico tali da essere spinta
ad esprimerli o con riflessioni per tutti o con preghiere composte per
categorie particolari o con versi poetici spontanei per additare dal suo
lettino bianco la bellezza, la gioia e il valore dell’immolazione personale
accanto a quella del divino Crocifisso.
Ed ecco che convinta che la sua missione di “apostola” della sofferenza non si sarebbe
conclusa con la morte, promette con il suo amabile sorriso: “Vi scriverò dal cielo”.
Soleva scrivere:
«Ora più che mai capiscoche la vita è un dono immenso, impagabile.E perciò rendo grazie a Dio …Raccogliamo l’invito di amare la vita,perché Cristo con la sua esperienza umana,ci ha fatto capire di amare la vita nella gioia e nel doloreper il suo Amore e per la nostra salvezza».«Leggete queste pagine che indirizzo a voi dal Cielo:capirete meglio che la vita non è nostra, ma di Dio che non siamo fatti per la terra, ma per il Cielo, dove io vi attendo.»
Valeria amerà molto la spiritualità di Santa Teresa di
Gesù Bambino e come lei vivrà la sua sofferenza come attuazione ed espressione
di amore. Apprenderà da Teresina che solo amando ci si può identificare fino in
fondo con l’amato Crocifisso: «La croce
Gesù me l’ha fatta amare con passione».
Anche
lei – come Teresina – con il suo dolore sperimenterà il
dolore di Dio e del mondo. Scoprirà la «piccola
via», vista come via delle piccole cose o via dei piccoli. Capirà che
essere piccoli vuol dire riconoscere il proprio nulla, attendere tutto dal buon
Dio come un bambino attende tutto da suo padre, che la «piccola via» non è altro che il totale abbandono di sé al Signore,
un consumarsi nel servizio di Dio nel nascondimento e per amore.
Imparerà
da Santa Teresa di Gesù Bambino che per giungere all’unione con Dio occorre
farsi prendere tra le braccia rendendosi piccoli, ossia, profondamente umili e
fiduciosi. Cercare sempre di far piacere al Signore, non lasciandosi sfuggire
nessun sacrificio e abbandonarsi a Lui.
Questo – quasi sicuramente – sarà ciò che la nostra
sorella carmelitana Valeria riuscirà a mettere in atto nella sua vita di
sacrificio e di abbandono in Cristo.
La
preghiera diventerà per lei quella che è per Santa Teresa di G.B.: «Uno slancio del cuore, un semplice sguardo
rivolto verso il cielo, un grido di gratitudine e di amore nella prova, come
nella gioia, qualcosa di grande, di soprannaturale che dilata l’animo ed unisce
a Gesù».
Il 13 ottobre 1984 Valeria muore a Torreglia a casa di
Orlando il 15 ottobre ci saranno i solenni funerali e sepoltura presso il
cimitero di Torreglia.
Le
infermiere che la comporranno per la camera ardente, racconteranno che il suo
corpo – dopo la morte – e così la carne sono rimasti come morbidi
e naturali: «Con facilità, perciò, le
abbiamo fatto indossare il vestito bianco che aveva usato nel 1971 durante l’udienza
del Papa Paolo VI. Valeria aveva predetto che quel vestito lo avrebbe indossato
il giorno della sua morte.»
La fraternità carmelitana secolare di Venezia scrive:
«Sabato 13 ottobre, la Madonna è venuta
a cogliere un fiore della nostra Fraternità per trapiantarlo nelle aiuole del
cielo.
VALERIA CARTA s’è incontrata con Gesù
che tanto ha amato nella prova di lunghi anni d’una sofferenza inaudita.
Dai 18 ai 43 anni che visse, sofferse
una infermità che la tenne legata nel letto, accettando – con una serenità
edificante – quanto le chiese il Signore ed offrendo le sue grandi sofferenze
fisiche e morali, per la salvezza delle anime e specialmente dei Sacerdoti.
La sua Vestizione e la sua Professione –
fin dal 10 aprile 1969 – le diedero una grande gioia di appartenere al Carmelo
ed un grande amore per i nostri Santi, specie Santa Teresa di Gesù, san
Giovanni della Croce e santa Teresa di Gesù Bambino.
Ebbe sempre un grande desiderio di poter
aiutare con la preghiera, con i suoi scritti e con la sua parola cordiale,
affettuosa e piena di fede, quanti l’avvicinavano.
Ci lascia in eredità il profumo delle
sue virtù, l’incitamento ad imitarla e, tutto questo, con il ricordo del suo
sorriso, della sua bontà che non potranno spegnersi.
Signore Dio, grazie di questo dono fatto
alla Chiesa… Grazie per averle donato l’intelligenza dei “piccoli del vangelo –
i “sapienti” presso di te – per mezzo della quale seppe farti della sua vita
una costante serena offerta in unione a Cristo Gesù, sì tanto amato e ricercato
specie nell’Eucaristia…
Per questo, o Dio, noi ti lodiamo e ti
benediciamo ora e in eterno.
E tu, Valeria, oggi beata tra i santi,
prega per noi».
Il P. Pietro Zubieta della Casa Generalizia dei
Carmelitani Scalzi di Roma il 10.4.1989 risponderà al fratello Orlando: «Caro Signore Orlando, mi è giunto il
prezioso volume “Vi scriverò dal cielo”, profilo biografico della sua venerata
sorella, e pure consorella del nostro Ordine Secolare, VALERIA CARTA. Volume
che Lei ha avuto la grande gentilezza di inviarmi.
La ringrazio veramente. E’ stato un
gradito dono pasquale. Scorrendo i cenni biografici e leggendo le annotazioni
spirituali prese dalle lettere e dal Diario spirituale di Valeria, si ha l’impressione
di incontrarsi con un’anima di una grande tempra interiore. Il dolore, la prova
che lascia profondamente segnata dalla Croce del Signore una vita così giovane
e radiosa, diviene strumento amoroso del buon Dio che purifica e matura i suoi
eletti e rende la loro vita feconda di grazia per se stessi, per i fratelli
sofferenti, per la Chiesa. Luminosa, particolarmente, ed edificante, si
manifesta la piena e gioiosa conformità di quell’anima tanto bella con la
Volontà amorosa del Signore. E quando questa conformità, anche nel dolore
straziante, diviene tanto vera e totale, essa appare a noi come una grande
luce, capace di guidare tante persone per i cammini misteriosi ma sempre
amorosi del Signore. Particolare gioia ho provato nel constatare come
l’avvicinamento spirituale ai Santi del Carmelo, e particolarmente alla piccola
Teresa di Gesù Bambino, abbia giovato spiritualmente a Valeria nel suo cammino
verso l’unione piena col Signore. Senza dire il particolare gaudio provato nel
saperla Membro del Carmelo Secolare, e perciò sorella nostra anche con un
titolo speciale…».
Con l’augurio di vederla presto
sull’altare della gloria e santità.
Angela Parisi, ocds
(2 - fine. La prima parte è stata messa on line il 2 aprile)
PREGHIERA per chiedere grazie e la glorificazione di VALERIA
“O Dio, Padre, Figlio, Spirito Santo, che manifesti la tua divina ed amorosa presenza nella vita dei Santi, accogli questa preghiera che ti rivolgiamo con filiale fiducia.La tua serva umile e fedele, Valeria Carta, sperimentò la povertà della famiglia e la lunga e dolorosissima infermità, come Terziaria Carmelitana, offrendosi vittima per la Madre Chiesa, per i sacerdoti, i missionari, i peccatori. Chiediamo che sia glorificata qui in terra, come la riteniamo già premiata in Cielo.Per la sua intercessione, concedi la grazia che umilmente imploriamo e di cui abbiamo tanto bisogno”. Gloria al Padre... (Con approvazione ecclesiastica, Padova, 7.11.1988. Mons. Magarotto Dott. Alfredo, Vic. Gen.)