In questo anno del quinto centenario della nascita di Santa Teresa, niente
è più opportuno che ricordare alcuni dei suoi insegnamenti per la crescita
personale nelle virtù, la quale porta a un maggiore impegno personale e
comunitario al servizio di Dio e del prossimo, e allo stesso tempo, conseguenza
di una reale conversione, come ci chiede il Tempo Quaresimale. Questo è un tempo di grazia (2 Cor 6,2) nel quale
siamo chiamati a crescere nell’amore, finché vinciamo la globalizzazione dell’indifferenza (Papa Francesco, Messaggio per la Quaresima 2015).
Il significato dell’ascesi cristiana, la lotta contro l'egoismo, ce lo
offre la Santa Madre:
"... Vorrei che queste grandi virtù [amore
fraterno, l'umiltà e il distacco] siano oggetto del nostro particolare impegno,
diventando la nostra penitenza, perché, come sapete, non approvo penitenze
eccessive, che, se fatte senza discernimento, possono provocare danni alla
salute. In questo caso, però, non c'è nulla da temere, dato che, per quanto
grande, le virtù interiori non privano il corpo delle sue forze per servire la
religione, anzi, confermano le anime. E, come ho detto altre volte, ci
abituiamo a cose piccole per raggiungere la vittoria nelle grandi" (S.
Teresa di Gesù, Cammino di perfezione
15,3).
L’abituarsi a fare cose molto piccole
ha un ruolo chiave nella crescita spirituale. Giorno dopo giorno facciamo tante
piccole cose al lavoro, in famiglia, ma tante volte non abbiamo cura di dare un
senso cristiano a queste cose, che forse si fanno come routine. Siamo chiamati,
allora a vivere le stesse occupazioni quotidiane con lo spirito vigile, dal
punto di vista della fede, speranza e carità.
Ma come? La Santa Madre viene a noi per dirci che "il vero amante
ovunque ama e sempre ricorda dell'amato" (Fondazioni 5,16), giacché l’amore
perfetto consiste in contentare colui il quale amiamo (id., 5, 10) per mezzo
delle cose che facciamo. Così vivendo nella presenza di Dio, nella luce della
fede, le occupazioni quotidiane sono una possibilità di partecipazione negli uffici di Cristo per l'esercizio della funzione sacerdotale, attraverso il
quale diamo un culto a Dio attraverso le occupazioni della vita familiare, della
vita di lavoro, di studio e nelle
relazioni sociali; l'ufficio profetico,
ci dice che la fine di tutto ciò che facciamo è la gloria di Dio; per l’ufficio regale, ogni piccolo gesto,
anche nascosto, fatto per amore di Cristo e per il prossimo, aiuta nella
costruzione del Regno di Dio. Quindi, attraverso questi gesti compiuti con
delle specifiche mete, ci associamo a Cristo Gesù e trasformiamo azioni
ordinarie in azioni divine, secondo
la B. Elisabetta della Trinità (cfr. Ritiro Il cielo in terra, 40).
Penso che sia importante in questa Quaresima ascoltare questo consiglio di
S. Teresa: prestare attenzione alle virtù e renderle l'oggetto del nostro particolare impegno, diventando la nostra
penitenza. E sappiamo che l'impegno quotidiano di viverle richiede sforzo,
dal momento che la pratica della virtù è un segno di una fede viva e di una preghiera
autentica, trasformate in opere concrete per il bene degli altri.
Chiediamoci allora: come è nella mia vita l’amore fraterno, l'umiltà e il distacco in mezzo alle occupazioni
quotidiane in famiglia e altrove?
L'amore fraterno premette l'altro a me stesso; cerca il suo bene e
la sua crescita. Favorisce ciò che è
buono ed è interessato al bene degli altri. Si tratta di un amore che si nutre
dell'incontro con Cristo, che si unisce al dolore e alle necessità altrui.
Allo stesso tempo, è un amore umile,
che non guarda l'altro con superiorità, ma che vede la possibilità di aiutare
come un dono della grazia divina. È un
amore che supera la tentazione di scoraggiarsi davanti all'enormità dei
problemi, ma è in grado di fare quello che uno può, per dare un suo contributo, anche se
piccolo, per alleviare almeno un po’ le sofferenze di qualcuno che si trova
accanto. Il resto si fida del Signore della storia, cioè, in Colui che la
conduce (cfr Deus caritas est, 34-35) e che nella Croce ha preso l'ultimo posto
dell'umanità. Un tale atteggiamento porta al distacco di se stessi, dell’egocentrismo,
una tentazione così presente in tutto ciò che facciamo di solito.
Se saremo in grado di incarnare nella vita un po' più queste virtù in questo
Tempo Quaresimale, allora siamo certi che ci saranno cambiamenti nella propria vita
e nella vita familiare e comunitaria, trasformando i nostri piccoli spazi in isole di misericordia, attraverso la
preghiera e i gesti concreti e sinceri di conversione. Così facendo, agiremo contro
la globalizzazione di indifferenza (Francesco, Messaggio ...).
Vuoi farne una prova?
Fraternamente e con desideri di un
santo pellegrinaggio quaresimale,
Fr. Alzinir F. Debastiani OCD
Roma,
Quaresima 2015