Dal nostro Delegato Generale, padre Alzinir Debastiani, riceviamo questa riflessione sul nuovo anno liturguco che si apre, con i primi Vespri di domenica, facendoci entrare nel misterioso clima di Avvento. Ringraziamo di cuore padre Alzinir per questo dono fatto all'Ocds d'Italia.
AVVENTO, “CELESTE SPERANZA”
“Dopo un amoroso slancio
e non privo di speranza,
volai sì alto, sì alto…”
“… la celeste speranza
tanto acquista quanto spera;”
(S. Giovanni della Croce, Poesia 3)
Siamo
ormai alle porte dell’Avvento. Tempo di attesa, di orazione, carico di silenzio
e di amore attivo e gioioso verso Colui che viene. Tempo di vivere la fede in vigile
attesa dello Sposo che “scende dalle stelle”.
Con il profeta
Isaia eleviamo il grido all’Emmanuele che viene, appianando le strade dei
cuori e delle Comunità, colmando i buchi che impediscono l’approssimazione
all’altro. Cerchiamo anche di fare degli strumenti di violenza e di guerra
strumenti di pace e di lavoro per il bene, soprattutto dicendo “no alla guerra tra di
noi” (cf.: Francesco, Evangelii gaudium
98-101).
Con
Giovanni Battista impariamo la
fortezza e l’umiltà nel additare l’Agnello di Dio, essendo sua voce
misericordiosa in mezzo ai deserti, non più di sabbia e di rocce, ma
dell’assenza di Dio nelle nostre case, nelle
nostre città che dimenticano Lui e
vivono nel consumismo e nell’edonismo.
Ma, soprattutto, in questo Avvento guardiamo
alla Maestra dell’ ascolto e del
servizio, la Vergine Maria. Da Lei impariamo ad accogliere con fede la
Parola del Signore e fare che diventi carne. Dalla sua esperienza contemplativa
e della missione nel mondo, impariamo a portare al mondo Gesù, luce del mondo.
Poi aiutiamo altri che forse non hanno questa Luce, condividendo con loro la
Presenza misteriosa, come ha fatto la Vergine nella sua visita a Elisabetta. Dalla
Parola di Dio ad esempio, impariamo a vedere la fedeltà del Signore
all’Alleanza, a discernere le sue vie nella storia e a portare la speranza in
Quello “che è, che era e che viene” (Ap 1,4). Dalla Parola di Dio impariamo anche
a mantenere il dinamismo della conversione e dell’impegno attivo in mezzo al
mondo, per trasformarlo secondo il progetto di Dio (cf. Cost. OCDS, 18).
In questo tempo celebriamo anche la festa di San Giovanni della Croce. Lui, poeta e
cantore delle grandezze dell’ Amato ci offre nella sua dottrina un cammino di speranza
per arrivare all’unione con Dio. Per lui, la “celeste speranza” cerca le realtà
che la fede afferma. Per arrivarci bisogna avere un amore grande al Signore che
spinga e che porti ad un slancio di sé
verso l’Amato, nel quale troviamo tutto.
In questo movimento e dinamismo di uscita di sé, occorre spogliarsi “di tutto che non è Dio per andare a Lui” (3
Salita 7,2). Il non attaccarsi a nulla, essere liberi persino dei ricordi della
memoria, porta avanti, porta a trovare il
nuovo, Dio, che “solo per sé non è estraneo né nuovo” (Cantico spirituale 14,8).
Ma per noi Dio sempre sarà novità. Per
questo siamo chiamati a essere in gioiosa vigilanza per scoprire la sua
Presenza in mezzo agli avvenimenti della vita.
Di conseguenza, vivere l’Avvento in “celeste
speranza” significa:
·
vivere con la Chiesa i misteri della
redenzione, celebrandoli nella liturgia, preparando i cuori con una sincera e
rinnovata conversione al Signore e ai fratelli nelle nostre Comunità.
·
con la Madonna imparare ad accogliere la
Parola Dio nella fede e compiere la volontà del Padre, finché Cristo sia “formato
in noi” (Gál 4,19).
·
dai simboli della luce, soprattutto la corona
dell’Avvento con il suo progressivo accendere le candele, ci ricorda l’attesa
attiva e vigile, che “divinizza” le nostre azioni quotidiane fatte nell’amore e
nella presenza di Dio.
·
davanti ai mali del mondo e della società
elevare il grido della preghiera “Vieni Signore Gesù” (Ap 22,20), cercando di
praticare le virtù contrarie ai mali visti.
Infine, con il montaggio del Presepio ricordiamo
che il “Verbo si è fatto carne” (Gv 1,14) ed è venuto a prendere dimora in una
famiglia nella tenerezza di un Bimbo.
Per questo, il Natale, in quanto festa della
famiglia, ci chiama ad una preparazione in famiglia e con i vicini per mezzo
della novena del Natale con loro, aprendo loro i nostri cuori e le nostre porte, uscendo da noi stessi,
perdonando e riconciliando…
Chiediamo alla Sacra
Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe che intercedano per ciascuna delle nostre
famiglie.
Con un fraterno
saluto vi auguro un santo Avvento.
Fr. Alzinir F.
Debastiani OCD