“LA FIGURA DEL FORMATORE
NEL
PERCORSO DI ACCOMPAGNAMENTO DI FORMAZIONE”
Verona, 24-26 maggio 2013
Temi proposti da P. Giampietro De
Paoli, stimmatino:
Quali sono i
criteri indispensabili per un corretto discernimento vocazionale?
Quale le
relative metodologie per attuarli?
Padre De Paoli, da sempre, ha sentito
“suoi” i Maestri e Dottori della Chiesa San Giovanni della Croce e Santa Teresa
di Gesù, oltre a Santa Teresa di Gesù Bambino, e ben presto nella sua vita
incontra le figure della Beata Elisabetta della Trinità e di Santa Teresa
Benedetta della Croce -Edith Stein- , ricchezza di scienza e santità insieme.
Il
tema del corso necessita subito di qualche premessa sulla libertà cristiana:
a) Libertà e appartenenza
b) Quali le vie della libertà?
La legge è liberante solo se
accompagnata dall'amore. Libertà e amore sono termini chiave per
la comprensione del Mistero di Cristo!La legge è una componente, è una
strada illuminata dalla ricchezza che il Padre ci fa arrivare, la legge nutre
la libertà quando si osserva l'amore.
Ognuno di noi vive con la
caratteristica irripetibile che ogni persona ha: il suo “dna”. Possiamo allora
dire che “persone” lo siamo nella misura della libertà e dell'amore che
riusciamo a dare alla vita, ma la vita non va subita, ma scelta, anche in
quello che può essere tremendamente duro.
Via per la libertà è l'appartenenza a
Cristo, l'essere con Lui nella volontà del Padre.
Quando diciamo “appartenenza” dobbiamo
pensare che questa si arricchisce ogni volta che qualcuno vuole entrare
nell'Ordine Carmelitano Secolare. Ma ogni appartenenza ha un suo “linguaggio”
ed è autentica nella misura in cui è liberante: la libertà non può essere
soffocata nemmeno dal contesto più chiuso, se è qualificata dall'amore di
Cristo.
Uno dei criteri “fondamentali” è
partire dalla unicità e diversità di ogni persona, che è un “Dono per..”, ma è
anche una persona che deve rendersi accoglibile, quindi intonarsi.
Gesù, nel dono totale per l'umanità,
accompagna ogni uomo e ogni donna, così anche noi per aiutare un corretto
discernimento vocazionale dobbiamo condurre al riconoscimento della propria
identità e vocazione.
La PARTENZA è il rispetto di ogni
persona, dove “rispetto” presuppone il conoscere la persona in profondità,
consapevoli che la volontà di Dio nasce dagli avvenimenti e dalla storia. Gli
avvenimenti sono l'alfabeto di Dio. Negli avvenimenti viene fuori
l'amore, prima della volontà di Dio, ma è proprio il lavoro di chi aiuta a
discernere, far riconoscere l'alfabeto di Dio, perchè Dio “lavora” sempre: come
le poesie o le note musicali, così gli avvenimenti diventano il canto di un
santo o il pianto di pentimento di un peccatore.
Tutti
questi sono elementi costitutivi di un progetto di discernimento sulle persone.
LE VIE DELLA LIBERTA':
Etty
Hillesum, ebrea convertita al cristianesimo e morta
ad Auschwitz nel novembre del 1943, scrive nel suo Diario: “Le cose che sono
intorno a noi non le possiamo cambiare, ma possiamo cambiare gli occhi e il
cuore con cui le guardiamo”. Etty ci dimostra come anche il campo di
concentramento può diventare luogo di vita, via alla libertà.
Certo è difficile discernere la volontà di Dio, ed è doppiamente
difficile aiutare a discernerla: coloro che hanno il compito di guidare le
persone verso questo discernimento, devono sapere di dover obbedire due
volte, aiutandole ad essere se stesse e a diventare ciò che Dio ha seminato
in queste persone. Poi c'è la LIBERTA', che vuol dire “illuminare” le cose
finchè diventino amabili, mostrando le vie da percorrere. La libertà va
salvata, nutrita, è come una pianta.
La vita religiosa, sacerdotale diviene appetibile quando
incontriamo persone che lasciano uscire da loro la GIOIA di essere tali.
FORMAZIONE E ACCOMPAGNAMENTO:
Il Formatore deve cogliere ciò che il formando ha, ma deve anche formarlo,
rispettando il respiro delle persone, ma anche “lavorandole”, arrivando alla
meta coltivando.
Dominare sì, ma come il pastore le sue pecore, il contadino
il campo, il giardiniere i fiori.
Dobbiamo portare i “doni” nella spontaneità, nella voglia di fare, così si passa dal dover
fare al voler fare: il discernimento è tutto al servizio di questo
passaggio, saper comporre la singolarità di ognuno!
Se ci fosse davvero l'accompagnamento vocazionale, non uscirebbero
tante persone dai conventi e dai seminari, perchè occorre “misurarsi” con ciò
che si vuol scegliere.
Del resto -tutti noi- siamo dei chiamati fino all'ultimo
giorno della nostra vita, il Signore chiede di essere servito in ogni tempo.