Iniziamo l’anno con Maria, invocata come Madre di
Dio, un titolo insensato se Ella non fosse una cosa sola col Figlio Gesù,
che è Figlio di Dio Padre, ma ha anche i suoi tratti e le assomiglia. Nella
pienezza dei tempi, il Padre ha mandato suo figlio a nascere da donna, si legge
in Gal 4,4, e quando, nell’Ave Maria, la invochiamo come: “Santa Maria, Madre di Dio”, sappiamo di
accedere direttamente alla porta della Trinità, dove la vediamo accanto al
Figlio, un tutt’uno con Lui che, nascendo da Lei, è diventato nostro fratello.
Il brano evangelico scelto per oggi (Lc 2,16-21) evidenzia soprattutto come, da madre, Maria abbia seguito il Figlio dalla nascita al Calvario. Ha conservato e soppesato tutto ciò che gli è andato accadendo e che veniva detto su di Lui. In questa occasione, mentre tutti si rallegravano per ciò che i pastori avevano visto e raccontato, "Maria, da parte sua, conservava tutte queste cose, meditandole nel suo cuore". Questa annotazione è stata, tuttavia, scritta, poiché è in questo atteggiamento che Maria andò avanti per tutta la vita. Partecipando come nessun altro al mistero di Cristo, ma anche nel bisogno di vedere tutte le cose, buone e cattive, che accadevano e sarebbero continuate ad accadere, alla luce della certezza della fede che aveva e conservava nel suo cuore.
Se il Figlio di Dio diventa Figlio di Maria, diventa allo stesso tempo nostro fratello, e in virtù di questa relazione diventiamo figli di Dio, suo Padre, e figli di Maria, sua Madre. Non sarebbe stato necessario esplicitarlo, ma Gesù, prima di morire sulla croce, ha voluto esprimerlo chiaramente, affinché rimanesse scritto nel Vangelo per noi. "Donna", le disse indicandole il discepolo amato che rappresentava tutti noi, "ecco tuo figlio". Le disse così, e poi, rivolgendosi al discepolo che ci rappresentava, indicandogli Maria, gli disse: "Ecco tua madre".
Da parte sua, anche lì, Maria non disse
una parola, ma, come aveva accettato il Figlio dalla mano del Padre, ha
accettato e continua ad accettare noi dalla mano del Figlio Gesù che, nascendo
da lei (nuova Eva), è diventato nostro fratello. Neppure il discepolo che ci
rappresentava disse qualcosa, ma indicandoci ciò che conviene fare, da quel
momento, accolse Maria "come sua".