Meditiamo con p. Santo Sessa ocd
OMELIA SULLA V DOMENICA DI QUARESIMA
PREMESSA: Siamo giunti all’ultima settimana di Quaresima e,
quindi, la Parola di Dio e il Vangelo in modo paricolare, sono orientati verso
il Mistero Pasquale, verso quella Passione e Morte di Colui che è venuto a
salvarci, di Colui ha offerto la sua vita, in piena obbedienza al Padre, perché
dalla Sua Morte noi tutti ricevessimo la vita. Per questo Gesù dice con
fermezza, “Quando sarò elevato da terra attirerò tutti a me”. Elevato sulla
Croce, elevato alla Gloria del Padre: Morte e Risurrezione, Croce e Gloria, in
Giovanni divengono un unico Mistero che siamo chiamati a contemplare.
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Nella Prima LETTURA il
profeta Geremia annuncia una ‘nuova alleanza’, un’alleanza non più scritta su
pietra, ma dentro di noi, nel nostro cuore. Inoltre «conosceremo il Signore» perché perdonati e riconciliati: è ciò che
si realizzerà in Cristo, attraverso la sua Morte e Risurrezione.
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La Seconda LETTURA, ci
fa contemplare l’Umanità di Gesù, posta dinanzi al “Silenzio del Padre” e nella sua estrema debolezza mentre «offre preghiere e suppliche, con forti grida
e lacrime, a Dio che poteva salvarlo da morte». Inoltre, Lui che «insegna», in tutta la sua vita terrena
e come Uomo, ha dovuto «imparare» l’obbedienza, un’obbedienza «fino alla morte di croce». Cioè, tutta
la sua vita è stata un’obbedienza, un ascoltare (ob-audire = ascoltare, stare di fronte) la volontà del Padre.
Il
Suo «Sangue versato per tutti»
diviene la risposta a questa volontà e l’Amore infinito verso tutti noi.
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E giungiamo al VANGELO DI GIOVANNI (Gv
12, 20-33), sempre ricco di contenuti ‘simbolici’ e ‘teologici’.
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«VOGLIAMO VEDERE GESÙ»: Gesù
aveva 'risuscitato' Lazzaro e Maria, sua sorella, le aveva unto i piedi con
l'olio, 'segni' che preparano alla Morte e Risurrezione di Gesù, ormai vicina.
Decide
di “andare a Gerusalemme” per
partecipare alla festa ebraica, sapendo che non sarebbe giunto a Pasqua, infatti
anticiperà la 'sua Pasqua con i Discepoli' qualche giorno prima nell'Ultima
Cena.
Improvvisamente
alcuni Greci, cioè pagani non appartenenti al popolo eletto, domandano con
fermezza: «VOGLIAMO VEDERE GESÙ...». “Vedere”
nel Vangelo di Giovanni significa “Conoscere-credere”, “fare
esperienza personale-intima” di Lui. Probabilmente, avevano sentito
parlare o visto agire Gesù, rimanendone
affascinati, perché il suo Insegnamento e la Sua Persona sono molto differenti
da tutti gli altri...Lui 'entra' pienamente nel cuore dell'uomo! Si rivolgono a
Filippo “ed egli andò a dirlo ad Andrea
ed insieme andarono a dirlo a Gesù”: è il percorso della fede. Si incontra,
si domanda, si fa fare esperienza: è la fede per 'trasmissione', è la fede 'per
contagio', la Fede è infatti, non una serie di precetti da imparare ma
un'esperienza viva della Persona di Gesù!
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«É GIUNTA L'ORA»: Non è
casuale che Giovanni sottolinei questa presenza di Greci e che
stranamente
Gesù non si presenti, non risponda direttamente alla loro richiesta, ma affermi
parole 'misteriose'....«É GIUNTA
L'ORA...», cioè il Tempo Stabilito, quel Tempo in cui si compie la Sua
Volontà-Obbedienza al Padre, è l'Ora della Morte per darci la Vita, è l'Ora
della Risurrezione per darci la Vita Eterna, non solo ad alcuni ma a tutti (ciò
significa la presenza di questi Greci): Gesù è venuto per tutti e morirà per
tutti perché “è questa la volontà di colui che mi ha mandato, che io non perda nulla di quanto egli mi
ha dato, ma lo risusciti nell'ultimo giorno.”
Siamo
di fronte ad un “fatto” culminante: Dio muore per dare la Vita agli uomini, ma COME PUÒ MORIRE DIO, Lui che è TUTTO!? Eppure Dio ha scelto per sè
anche questa 'modalità' per mostrarci la pienezza d'Amore. La Morte è il Prezzo
dell’Amore, dell’Infinito Amore, perché solo il vero Amore sa dare la vita. Se
dovessimo domandarci “quanto” ci ama
Dio, la Croce ci dice “infinitamente”.
La
Croce non giunge improvvisamente, ma nel Vangelo di Giovanni, Gesù totalmente
unito alla Volontà del Padre, è pienamente consapevole e libero di scegliere: "Io ho il potere di dare la mia vita e
ho il potere di riprenderla di nuovo". Comunque, «L'ORA», dice un «COMPIMENTO»:
il Disegno di Salvezza sta realizzandosi e Gesù lo confermerà con i gesti e con
le parole, «TUTTO É COMPIUTO!»
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«QUANDO SARÒ INNALZATO DA TERRA,
ATTIRERÒ TUTTI A ME»: Gesù, per un attimo sente l'angoscia della Morte,
di quella Morte così crudele, che
esprimerà nel Getsemani dapprima come ‘rifiuto’ "Padre
allontana da me questo calice", poi accettando ‘bevendolo’ fino in
fondo “Padre, non la mia ma la tua
volontà”. Anche qui, Gesù qui
vive quest'angoscia mortale: «Adesso
l’anima mia è turbata; che cosa
dirò? Padre, salvami da quest’ora? Ma
proprio per questo sono giunto a quest’ora! Padre, glorifica il tuo nome...». E dal cielo ancora una volta, una
voce viene a confermare la Figliolanza Divina di Gesù: «L’ho glorificato e lo glorificherò ancora!». Cioè questa Morte
apparentemente ‘fallimentare’, è la
vittoria, è la “glorificazione di Gesù”
da parte del Padre. Croce per la Gloria, Croce e Gloria uniti in un unico
Mistero indissolubile!
La
folla, che era presente e aveva udito, diceva che era stato un tuono. Altri
dicevano: "Un angelo gli ha
parlato". Disse Gesù: «Questa voce non è venuta per me, ma per
voi"». Perché viene
confermato il fatto che Gesù vincerà la Morte e Risorgerà, viene confermato che la
grande Novità della Fede sarà credere alla Sua Risurrezione, poiché
anche noi moriremo e risorgeremo in Cristo, come già è avvenuto per Maria, la
prima redenta! Ecco perché Gesù invita tutti, essendo venuto per salvare
TUTTI: «IO QUANDO SARÒ INNALZATO DA TERRA, ATTIRERÒ TUTTI A ME…»
È
la Croce, è Lui Crocifisso quel «chicco di grano caduto in terra che muore e
produce molto frutto», il frutto della vita eterna!
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COSA DICE ALLA NOSTRA VITA
CONCRETAMENTE: Gesù non è Morto e Risorto per sé, ma per tutti gli
uomini, perché la Morte è solo un
'passaggio' verso quella Vita Eterna che Lui ci ha conquistato. Parliamo troppo
poco della Vita Eterna, ‘cuore’ del Mistero Pasquale di Morte e Risurrezione, e
‘attesa’ del cristiano di contemplare definitivamente il Volto di Dio. La Vita Eterna, infatti, non è “un
luogo” ma la “piena comunione con Dio” il
“vedere Dio faccia a faccia”, lo “stare per sempre alla Sua Presenza”.
É ciò che Gesù ci ha conquistato, infatti è Lui stesso il “luogo” e il “mezzo”
per accedere alla Vita Eterna: “Questa è
la vita eterna: che conoscano te, l'unico vero Dio, e colui che hai mandato,
Gesù Cristo.”. La Fede in Gesù Cristo, Morto e Risorto per noi, è “già ora” un “anticipo di eternità”, come affermava S. Elisabetta della Trinità:
“Abbiamo il Cielo in noi, quel cielo di cui
talvolta provo pungente nostalgia…
Nell’attesa vivo
nell’amore, mi ci getto dentro, mi perdo. É l’infinito...
Per trovarlo dentro
di me, basta che io mi raccolga.
Egli mi ha messo
nel cuore una tale sete d'Infinito che Lui solo può saziare...
É qui, nel Cielo
della mia anima, nel mio intimo dove Egli dimora,
che mi piace
trovarLo, Dio in me e io in Lui, ecco la mia vita.”
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PENSIERO SPIRITUALE: scriveva GIOVANNI
PAOLO II («Novo Millennio Inuente»)
«Vogliamo vedere
Gesù» (Gv 12,21). Come quei pellegrini di duemila anni fa, gli uomini del
nostro tempo, magari non sempre consapevolmente, chiedono ai credenti di oggi non
solo di «parlare» di Cristo, ma in certo senso di farlo loro «vedere». E non è
forse compito della Chiesa riflettere la luce di Cristo in ogni epoca della
storia, farne risplendere il volto anche davanti alle generazioni del nuovo
millennio? La nostra testimonianza sarebbe, tuttavia, insopportabilmente
povera, se noi per primi non fossimo contemplatori del suo volto. […] In questo
periodo specialissimo, il nostro sguardo deve restare più che mai fisso sul
volto del Signore.
P. SANTO di Gesù e
Maria