MEDITIAMO CON P. PIERGIORGIO LADONE
Domenica 22
maggio – Solennità della Santissima Trinità
Alla ripresa
del Tempo Ordinario dell’Anno liturgico, la Chiesa ci propone la
celebrazione di due grandi Solennità: la Santissima
Trinità e il Corpo e Sangue di Gesù (il “Corpus Domini”). Dopo i grandi
eventi della storia della nostra salvezza propri dei Tempi Forti, l’intento
della Liturgia non è soltanto quello di mettere in evidenza i due misteri
principali del nostro cammino cristiano, quanto piuttosto di indicarci come
dovere interpretare questo cammino. Un cammino verso la “verità che ci fa liberi”, possibile solo perché fondato su un Dio
che nella sua essenza si rivela a noi come una comunità d’amore (la Trinità),
nella quale ci invita ad “immergerci” con il Battesimo alimentando questa
appartenenza con il dono del Suo Corpo nell’Eucaristia.
è la Parola di
Dio a fare emergere questo aspetto. Intanto le tre Persone, pur rivelandosi ciascuna maggiormente in un tempo preciso
piuttosto che in un altro – Dio Padre parla al suo popolo nell’Antico
Testamento, il Figlio Gesù incarna questa Parola nei racconti evangelici, lo
Spirito continua la missione del Padre e del Figlio ora, nel tempo della Chiesa
– sono tuttavia sempre presenti insieme
nell’opera della salvezza. è
quanto evidenziano le Letture odierne.
La prima, infatti, proponendoci un
testo poetico dal Libro dei Proverbi,
ci presenta la Sapienza di Dio che parla di sé dicendo che è nata da Dio e che
era presente quando Dio creava il mondo. È l’immagine sia del Figlio che
rivelerà “le cose di Dio”, sia dello
Spirito che “aleggiava sulle acque”
al momento della Creazione.
Nella seconda
Lettura Paolo ci spiega che l’amore
di Dio è stato riversato nei nostri cuori perché ci è stato dato lo Spirito del
Figlio che viene dal Padre. Anche qui, come si vede, le tre Persone sono citate
in relazione inscindibile l’una con l’altra. Nel Vangelo, poi, ascoltiamo ancora la promessa dello Spirito Santo che
Gesù fa durante l’ultima cena, ove dice che manderà da parte del Padre lo
Spirito che ci guiderà alla “verità tutta
intera”, ossia ci renderà capaci
dell’amore vero, il suo, o meglio, quello che intercorre tra sé, il Figlio,
e il Padre e di cui lo Spirito ne è come la personificazione.
Quali indicazioni
trarne allora per la nostra vita?
Innanzitutto
una mi sembra debba scaturire spontanea: lasciamoci
sorprendere – come dice Papa Francesco – dalla misericordia infinita di Dio che, invitandoci a far parte di
questa santissima comunità di Persone, ci offre la garanzia di una salvezza
(realizzazione di se stessi) non da conquistare con le nostre forze – non ce la
faremmo mai – ma da accogliere con
tutto il cuore. E in secondo luogo,
la conseguenza: accogliere il suo invito significa condividere questo modello di relazioni amorose ed impegnarsi a
vivere conformemente ad esse, nella nostra famiglia, nelle nostre comunità,
nelle nostre parrocchie ... La Chiesa stessa può esistere solo sul modello
della Trinità. Ossia siamo comunità perché adoriamo un Dio comunitario e non
semplicemente perché, per il nostro quieto vivere, dobbiamo per forza cercare
di andare d’accordo. Non possiamo quindi avere, come spesso accade, una religiosità
individualistica e privata, per cui, come si diceva una volta, l’importante è
“salvare la propria anima”. In realtà noi salviamo la nostra anima nella misura
in cui ci preoccupiamo anche, sull’esempio e con la forza del Padre, del Figlio
e dello Spirito Santo, di “salvare” chi incontriamo sul nostro cammino,
sforzandoci di creare e sviluppare costantemente relazioni buone di comunione, di amore, di affetto, di condivisione.