Dal 1° al 3 maggio scorso, come ogni anno, i
carmelitani secolari della Provincia Ligure si sono incontrati per il consueto Raduno Provinciale Ocds. Quest'anno
l'incontro si è svolto nello splendido
Monastero Carmelitano di Bocca di Magra,.
Il tutto è iniziato con la s.messa in Memoria di S.Giuseppe
Lavoratore, dalla cui fede operosa ha preso spunto il nostro Padre Delegato
P. Enzo Viviani, per la sua omelia incentrata sulla famiglia cristiana. Questo
primo giorno di ritiro ci ha poi visto condividere fin da subito l'amicizia
fraterna durante la cena e la comunione nell'orazione attraverso un’ora di
orazione Carmelitana dal titolo: “Il viaggio dell’anima. La testimonianza di
S.Teresa di Gesù” attraverso letture di brani evangelici e di passi tratti
dalle opere della nostra Santa Madre, alternati
a momenti di orazione silenziosa.
Il giorno successivo, sabato,
c'è stato il "cuore" del Ritiro, attraverso tre relazioni tenute
rispettivamente da P. Arkadiusz Smagacz ocd Polacco, da P. Fabio Silvestri ocd
Provincia Veneta e da Clotilde Martel dell’Istituto Notre Dame de Vie di
Venasque ( Francia). Ci ha accompagnato un bel messaggio inviatoci dal
nostro P. Provinciale P. Giustino Zoppi, assente perchè
impegnato nel Capitolo Generale OCD, con il suo augurio e insieme invito ad
approfondire la conoscenza della figura di Teresa attraverso le conferenze che
stavamo per ascoltare .
La Prima Conferenza, di P.
Arkadiusz, ocd, ci ha parlato delle letture di Teresa,
mostrandoci come le letture che la nostra Santa fondatrice ha fatto abbiano
avuto un’influenza rilevante sulla sua vocazione e sul progredire della sua
vita spirituale e invitandoci a contestualizzare la sua vita nel contesto
storico ed ecclesiale del tempo, fra il 1515 ed il 1582. La Spagna dell'epoca
vive “el siglo de oro” il secolo d’oro, gli anni di Carlo V e Filippo II,
della scoperta delle Americhe, di un grande splendore letterario e
culturale. La Chiesa, invece, vive un
momento difficile, la Riforma Protestante porta la divisione, le guerre di
religione. Teresa in una sua opera
afferma che “Il mondo è in fiamme.”
Teresa non rimane indifferente ai
problemi del suo tempo e propone la sua Riforma del Carmelo. Torna alla Regola
Primitiva, fonda Monasteri piccoli - non più di dodici Monache- che dedicano tutta la loro vita alla lode di
Dio ed alla preghiera per il prossimo, per i problemi del mondo. Diffonde e ci
fa’ conoscere una forma di preghiera, già in uso, che rinnova e struttura:
l’orazione mentale. Ai problemi del mondo risponde con la preghiera.. La prima cosa che voleva nei Monasteri appena
fondati era infatti la Presenza di Gesù Eucaristia, anche se nel suo tempo non
si voleva che le donne leggessero la Parola di Dio, che meditassero, che
facessero preghiere interiori, essendo le donne considerate deboli, incapaci di
capire, facilmente suggestionabili. Teresa si schiera però contro questa
mentalità comune leggendo, meditando
e trattando con i potenti.
Tra
le letture rilevanti della vita di S.Teresa vi è quella delle “Confessioni” di
S.Agostino, che legge in un periodo di profonda crisi spirituale che la conduce
a quella che lei chiama “seconda conversione”. Sente -come Agostino- che
per gran parte della sua vita ha cercato Dio nel posto sbagliato. Lui era già
dentro di se’, nel suo cuore. Li’ e’ la stanza dove dimora il gran sovrano. La presenza di Dio nel cuore e’ il centro
della preghiera Teresiana, dell'orazione, e il suo amore alla Chiesa si
evidenzia nel suo sottoporre sempre ogni esperienza e le sue opere al giudizio
di essa.
La seconda conferenza
“La preghiera e Teresa”, tenuta da P. Fabio Silvestri, ocd, inizia con una
frase significativa del cardinale Ballestrero: “La preghiera e’ stata il
momento unificante della vita di Teresa e lo e’ anche di tutti i Carmelitani.”,
unita poi al paragrafo 10 della Regola,
che invita a vegliare notte e giorno pregando e meditando la Parola del
Signore. Questo, per affermare che la preghiera per il Carmelitano non e’
soltanto il momento privilegiato del dialogo intimo a tu per tu con il Signore,
ma si estende a tutta la nostra vita, è vivere la Presenza del Signore in noi
in tutti gli accadimenti della giornata, affinchè la preghiera diventi vita.
Teresa soprattutto incontrerà l’umanità di Cristo nel vedere la statua del Cristo flagellato, dove scopre lo
scempio dell’amore incarnato in Gesù- uomo che ci salva con la sua umanità e
rimane al tempo stesso Figlio di Dio. E' il momento unificatore tra l’amore per
Dio e per il prossimo. Scoperta questa
verità nasce per lei l’orazione, il faccia a faccia con Dio, dove l’orazione
diventa luogo di verità, Gesù diventa libro, parola che codifica la sua
esistenza, abita in lei e vive in lei con la sua umanità. La vita e l’esperienza di preghiera di
Teresa si unificano. La vita e la sua preghiera sono un’esperienza progressiva
del Risorto. La preghiera e la vita di Teresa sono un dialogo vivente e
continuo con Cristo e con il Padre.
P. Fabio ci ha fatto
percepire profondamente come l’esperienza della preghiera per la nostra Santa
Madre non è personale, ma vuole che si dilati, per vivere il carisma per la
vita comune. Le sue Comunità sono: "piccoli collegi di Cristo" dove
si vive di preghiera e contemplazione. Tutto è preghiera: le relazioni di vita
fraterna tra le monache, gli spazi, ogni angolo del Monastero, perfino il carro
che Teresa usava per i suoi viaggi. Questa è la prima dilatazione comunitaria
della preghiera di Teresa, ma ve ne e’ una più ampia, quella ecclesiale..
Teresa di fronte agli eventi del mondo che stanno sconvolgendo la società e la
Chiesa non riesce ad essere tranquilla, ne e’ partecipe. Avessimo anche noi
oggi la sua ansietà, le sue risposte! Chiediamoci: la nostra orazione come si
riversa sul mondo? Sulle nostre famiglie? Sul nostro lavoro?
P. Fabio conclude poi
il suo intervento affermando che
"Il Castello Interiore" è la metafora del cuore di ogni uomo.
Ci mostra come aprire la porta segreta, quella che ci conduce attraverso un
percorso di purificazione interiore al centro dell’anima dove sta il Signore.
All’esterno del Castello ci sono le periferie dello Spirito, quelle dove Papa
Francesco ci invita ad andare per testimoniare. Nella prima dimora ci sono le
anime che sono ancora invischiate nel mondo. L’orazione è la porta d’ingresso,
la vera conoscenza di sè passa attraverso la preghiera, il rapporto a tu per tu
con il Signore. La seconda dimora è quel
del combattimento spirituale con il mondo che ancora ci attira e ci distrae.
Anche qui si combatte pregando... Nella terza Teresa ci invita ad abbandonare
gli schemi precostituiti della nostra preghiera, a lasciar agire lo Spirito, ad
accettare i suoi doni. Con la quarta dimora si arriva all’orazione di quiete,
al raccoglimento, anche qui è richiesto l’impegno e la determinazione da parte
dell’orante, ma ad un certo punto per progredire nella vita spirituale
l’impegno personale non basta più, occorre abbandonarsi per capire che tutto è
un dono, lasciarsi andare nelle braccia forti di Dio. Nella quinta dimora del
Castello c’è la storia del bruco e della farfalla. Quando il bruco muore diventa
farfalla. Così per noi: quando si muore a noi stessi l’amore del Signore ci
trasforma, ci trasfigura, la volontà umana si unisce a quella divina e allora
si possono sperimentare alcuni grandi doni da parte del Signore: le estasi ed i
rapimenti....La sesta dimora è quella del fidanzamento spirituale, dove il
Signore, il futuro sposo, lascia Teresa sola, nella notte, nella sofferenza
interiore. E’ la dimora nella quale
Cristo chiede a Teresa una fede forte, gratuita, spoglia,che arriva al dono totale
di sè, come Lui ha fatto nella sua vita fino ad arrivare alla Croce. Infine,
nella settima dimora c’è il matrimonio spirituale, l’unione con Dio. Ma il
matrimonio mistico riporta subito Teresa
fuori dal Castello per vivere la Carità, l’amore ricevuto in dono dallo sposo
si trasforma in opere ed opere, in amore e dono per il prossimo. Questa in
sintesi e’ l’esperienza di preghiera di Teresa,
che ha permeato tutti i momenti della vita della nostra Santa Madre, che
e’ stata per lei vita. E cosi’ dovrebbe essere anche per noi. Dobbiamo anche
noi incamminarci, proseguire il cammino seguendo l’itinerario che lei ci ha
mostrato...
La terza conferenza,
tenuta dalla sorella Clotilde Martel, dal titolo “Teresa maestra di preghiera” è stata divisa
in cinque riflessioni:
1) I grandi desideri di Teresa,
2) La fede che ci
permette di unirci a Dio,
3) Cristo l’ottimo amico,
4) La crescita dell’amore,
5) Aprirsi all'amore nella vita ordinaria. Teresa apre le porte del suo cuore a
Dio, entra nella stanza segreta dell’anima dove sta il Signore attraverso
l’orazione. Se seguiamo la sua strada, ci fa passare la porta e ci accompagna
passo passo da maestra ed amica
all’incontro con il Signore. Per
Teresa bisogna avere il coraggio di unirsi a Dio con fiducia, umiltà, pazienza
e coraggio... La nostra Santa Madre ci invita poi a mettere in azione la fede,
ad orientare tutte nelle nostre forze nell’amore verso il Signore. Dio è già
presente in noi con il soffio vitale della Genesi, con la grazia del Battesimo.
Occorre scoprire l’acqua viva che mormora dentro di noi. Come sviluppare questo
dono? Con la fede e la preghiera.
Come esercitare la fede nella preghiera? Silenziando tutte le attività
esteriori, orientando tutte le nostre facoltà verso Dio. Se l’amore
di Dio e’ già inserito nel nostro cuore bisogna che cresca, accettando
le sue esigenze, occupandoci meno di noi, stando in guardia per eliminare tutto
ciò che e’ di ostacolo alla crescita del nostro amore verso il Signore.
L'ultimo punto ci porta a capire come aprirsi all’amore nella vita ordinaria,
nel quotidiano. Ci
santifichiamo nell’ordinario, in ogni piccola cosa, ogni azione, ogni atto
d’amore.Se abbiamo la presenza
di Dio nel cuore è già orazione, è
preghiera. In conclusione la preghiera è amare, è vivere amando, diventa vita,
non ci abbandona mai per tutta la giornata in qualsiasi luogo possiamo essere!
Il Raduno prosegue -domenica- con una bella riflessione di P. Enzo sul
distacco, un altro elemento importante
del cammino Teresiano. Per far emergere l’amore di Dio, per essere liberi di
intraprendere nuove relazioni, per vivere nella pace, quella vera che ci dona
il Signore, occorre distaccarci da noi stessi, dal nostro io, dal nostro
egoismo, occorre la purezza di cuore. Nel contempo siamo consolati dal fatto di
sapere che Dio in Gesù Cristo ci ha salvati e ci perdona sempre se ci apriamo a
Lui. Non dobbiamo essere complicati nel nostro agire, nelle relazioni, ma
accettare con confidente semplicità tutto ciò che Dio ci dona., anche la
sofferenza. Fidarci di Dio in qualunque
situazione! Se il Signore ci toglie qualcosa è per darci di più, se facciamo morire il nostro io lo Spirito ci
farà rinascere. Dobbiamo cercare di vivere nella volontà di Dio, perchè se non
facciamo del male, Dio asseconda la nostra volontà e la benedice.
Prosegue poi un lavoro di
gruppo, dove -divisi in quattro
gruppi- ci riuniamo per rispondere a quattro domande e condividere tra noi e
poi con tutta l'assemblea le nostre riflessioni:
1) L’ascesi cristiana
all’interno della Chiesa. Il distacco per aprirsi all’amore fraterno ed alle
opere di carità.
2) Cosa ostacola
l’opera di Dio in me? ( La chiave e’ l’umiltà )
3) Dio interviene sulle
nostre ferite e ci guarisce con la sua Risurrezione ( Gesù non illumina solo le
nostre ferite, ma evidenzia anche ciò che c’è in noi di buono )
4) Il Padre si rivela nel
Cristo. Come noi rendiamo visibile il nostro essere cristiani?
La S.Messa concelebrata da tutti i
Padri presenti in Monastero suggella nel
migliore dei modi tutto il percorso fatto nel Raduno.. Inoltre durante
la Messa vengono festeggiati i genitori
di due padri Carmelitani, fratelli, nel loro 40° anniversario di
matrimonio. Al termine del
pranzo comunitario e gioioso, torniamo alle nostre case con il cuore colmo di
gratitudine per tutti i doni che il Signore ci ha elargito attraverso questa
esperienza comunitaria di amore e insieme per aver potuto festeggiare insieme a
tanti fratelli e sorelle e molti Padri
il 500° anniversario della nostra Santa Madre!
(a
cura di Enrico Pugi, ocd Savona e Daniela Merlo, ocd Imperia)