sabato 27 novembre 2021

Meditiamo il Vangelo della Domenica

 


 La vostra liberazione è vicina

I Domenica di Avvento C

 

25Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, 26mentre gli uomini moriranno per la paura e per l'attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra. Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte. 27Allora vedranno il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria. 28Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina". 34State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all'improvviso; 35come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. 36Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo". (Lc 21,25-28.34-36)

 

Si dice che affinché sia efficace, un’immagine deve essere più concreta di una pietra e più viva di un serpente. Ma le immagini di tipo apocalittico come quelle riprese dai Sinottici nei rispettivi capitoli “escatologici” (Mt 24, Mc 13 e Lc 21) e nel libro della Rivelazione (l’Apocalisse), possono giungere a spaventare, se non si guarda alle parole chiave che, qui ad esempio, sono queste: “Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina”.

Dio, in Cristo, ha vinto una volta per sempre e i mali che continuano, purtroppo, ad accompagnarci, resteranno sino alla fine, ma, sono trionfi relativi, dal momento che la vittoria di Cristo salva a dispetto di qualsiasi cosa accada. Lo ha scritto San Paolo nel capitolo 8 della lettera ai Romani, perché non perdiamo mai, nemmeno nei tempi più duri, la pace del cuore.

 Se Dio è per noi”, ci sta domandando, “chi sarà contro di noi? Egli, che non ha risparmiato il proprio Figlio, ma lo ha consegnato per tutti noi, non ci donerà forse ogni cosa insieme a lui? Chi muoverà accuse contro coloro che Dio ha scelto? Dio è colui che giustifica! Chi condannerà? Cristo Gesù è morto, anzi è risorto, sta alla destra di Dio e intercede per noi! Chi ci separerà dall'amore di Cristo? Forse la tribolazione, l'angoscia, la persecuzione, la fame, la nudità, il pericolo, la spada? [] E conclude, “Io sono infatti persuaso che né morte né vita, né angeli né principati, né presente né avvenire, né potenze, né altezza né profondità, né alcun'altra creatura potrà mai separarci dall'amore di Dio, che è in Cristo Gesù, nostro Signore” (Rm 8,31-38).

 La stessa cosa vuol dirci Gesù, assicurandoci che quando questi eventuali eventi (gli sconvolgimenti della natura) cominceranno ad accadere non dobbiamo aver paura, ma, alzare il capo, perché la nostra liberazione è vicina. Al di sopra, infatti, di qualsiasi evento c’è Lui, sebbene all’apparenza, non sembri. Figlio di Dio e nostro fratello, ha il controllo delle forze del male, siano esse guerre o pericoli che vengono dal cielo e dal mare. Alzare il capo è un’immagine di coraggio e di speranza che invita i credenti a guardare avanti, non solo senza paura, ma con la speranza di vedere, vittorioso per noi, “il Figlio dell'uomo venire su una nube con grande potenza e gloria”. Certo non fu così che il Figlio di Dio apparve nascendo in una stalla a Betlemme e morendo condannato tra due ladri sul Calvario, ma la sua gloria, per coloro che credono in Lui, è questa.

Apparirà glorioso alla fine dei tempi?

Nei discorsi escatologici ci si apre anche il tema della seconda venuta del Signore che la comunità dei credenti invoca alla fine del libro dell’Apocalisse con queste parole: “Vieni, Signore Gesù!”. Un’invocazione alla quale, nell’anima dei credenti, risuona questa risposta rassicurante: “Sì, vengo presto” (Ap 22.20). Un “presto” che, tuttavia, non bisogna prendere nel senso letterale, ma qualitativo (Certo, che vengo!).

 Infatti, pensando che il Signore sarebbe tornato a breve, si sbagliò anche San Paolo e la prima generazione di cristiani, ma Pietro, nella sua seconda Lettera, parla chiaramente sul modo di intendere la promessa della sua venuta. “Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un solo giorno è come mille anni e mille anni come un solo giorno. Il Signore non ritarda nel compiere la sua promessa, anche se alcuni parlano di lentezza. Egli invece è magnanimo con voi, perché non vuole che alcuno si perda, ma che tutti abbiano modo di pentirsi(2Pt 3,7-9).

 Per questo Gesù stesso aveva terminato dicendo: “Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere e di comparire davanti al Figlio dell'uomo” (v. 36). Ciò che, dunque, importa è stare svegli in ogni tempo, sia nei giorni sereni che avversi, perché, come ha scritto il grande scrittore José Luis Borges (1899-1986), “non c'è un istante che non possa essere il cratere dell’inferno. Non c'è un istante che non possa essere l’acqua del Paradiso. Non c'è un istante che non sia carico come un’arma. In ogni istante puoi essere Caino o Siddhartha, la maschera o il viso”.

Svegli, allora, bisogna stare, e invocare lo Spirito per non cadere nella tentazione di scegliere il nostro male invece del nostro bene.