martedì 20 febbraio 2018

Alcuni spunti di meditazione



Alcune riflessioni suggerite da p. Claudio Truzzi, sul Vangelo di Domenica 18 febbraio


Per quale motivo Gesù ha permesso che il demonio lo tentasse? .Gesù ha voluto fare sue le nostre tentazioni per donarci il suo trionfo.
            il demonio esiste,  Il demonio fa di tutto per non essere scoperto, ci fa credere che lui non esiste, per agire indisturbato, ma noi dobbiamo aprire bene gli occhi e difenderci con le armi della preghiera.

            3 tipi diversi di tentazione, che fanno leva sui tre punti deboli :
a) la ricerca del benessere materiale. “ non di solo pane vive l'uomo”;
b) il desiderio di potere terreno, che diventa idolatria: “a Dio solo  adorerai”;
c) la presunzione di avere un Dio a nostro capriccio, che faccia la nostra volontà e compia miracoli a nostro piacimento. Si arriva al punto di giudicare lo stesso operato di Dio. Gesù: “non tenterai il Signore tuo Dio”, noi a dover fare la Volontà di Dio, e non viceversa.

            Abbiamo tre nemici:

a) il nostro io, cioè l'egoismo. È il nemico più pericoloso che continuamente ci accompagna;
b) il mondo, che oggi come mai è lontano da Dio e trascina verso l'abisso;
c) il demonio, che soffia sul fuoco, ci studia e trova il nostro lato più debole e       fa leva su quello per rovinarci.

            Come difendersi?

a) Con la preghiera. Chi prega vince il male, chi trascura la preghiera è vinto dal male.
b) Con la prudenza. Il demonio è come un cane furioso legato a una catena. Non avvicinarsi. San Filippo Neri che, di fronte al pericolo, chi è forte scappa, chi è debole invece non fugge e cade.
c) Con la mortificazione. Non dobbiamo accarezzare troppo "frate asino" (così san Francesco d'Assisi chiamava il suo corpo), altrimenti poi scalpita. Una vita sobria è una difesa contro il male. Mortificazione soprattutto degli occhi, poi della gola, di certi divertimenti pericolosi, della lingua...
e) Con la devozione alla Madonna, a Colei che è la Vincitrice del demonio.
d) Con la carità e l'umiltà, che mettono in fuga il demonio. Questa è la più grande difesa: Amare Gesù con tutto il cuore e servirlo nei nostri fratelli. E come atto di umiltà. Già santa Teresa d'Avila affermava come – per esperienza sua – il parlare dei suoi dubbi e tentazioni ai confessori fosse l'atto più sicuro per ritrovare la pace, perché Dio apprezzava moltissimo questo suo atto di umiltà.
Questa esperienza di Teresa ci fa capire l'importanza della Confessione: Dio potrebbe rimettere i peccati anche direttamente, ma si vuole servire del sacerdote perché ama gli umili. Confessare i propri peccati a un sacerdote è infatti un atto di umiltà e nel Magnificat si legge come Dio innalza gli umili e resiste ai superbi.
           
            Sia questo il proposito per questa Quaresima: riscoprire la bellezza della Confessione che è l'incontro tra la misericordia di Dio e l'umiltà dell'uomo pentito. Infine, confessandoci, noi realizzeremo le parole con cui si conclude il Vangelo di oggi: «Convertitevi e credete nel Vangelo» (Mc 1,15).
  
Monza 9.30