domenica 1 settembre 2013

Esercizi sul Credo Apostolico



ORDINE SECOLARE DEI CARMELITANI SCALZI – PROVINCIA ROMANA
ESERCIZI SPIRITUALI OCDS – CAPRAROLA  2 – 6 LUGLIO 2013

“IL CREDO APOSTOLICO”
                                                   di Maria Teresa Cristofori


Nella “Casa S. Teresa” dei Religiosi Carmelitani Scalzi di Caprarola (VT), dal 2 al 6 luglio 2013, ha avuto luogo l’annuale corso di ESERCIZI SPIRITUALI per i membri OCDS provenienti da tutte le Fraternità del territorio della Provincia Romana. Predicatore degli Esercizi è stato lo spagnolo Padre Eduardo Sanz de Miguel, un religioso OCD particolarmente qualificato per dottrina ed esperienze di apostolato a livello internazionale, attualmente inserito nella Comunità Edizioni OCD Via Gaspare Spontini,17 00198 Roma.    

P. Eduardo, considerando l’importanza del corrente “ANNO della FEDE” ( 11 ottobre 2012 – 24 novembre 2013), indetto da Papa Benedetto in coincidenza del 50° anniversario del Concilio Vaticano II e del 20° anno dalla pubblicazione del Catechismo della Chiesa Cattolica, ha ritenuto opportuno scegliere come tema principale degli Esercizi il “CREDO APOSTOLICO”.  Facendo riferimento alla lettera “Porta Fidei”, con la quale il Pontefice ci ricorda che la fede è la porta tramite la quale ci è consentito entrare nella Chiesa come membri della famiglia di Dio e di introdurci alla vita di comunione con Lui, il P. Predicatore ci ha spiegato quanto sia opportuno soffermarci a riflettere sui contenuti che costituiscono il nostro “Fidei Depositum”, cioè su quel deposito della fede, posto sin dalle origini a fondamento della nostra religione.          
Per consentirci di seguire con maggior attenzione e consapevolezza gli argomenti trattati, Padre Eduardo, ha donato ad ogni  partecipante un numero speciale della rivista “PREGARE”, contenente un documentato commentario al Credo Apostolico, scritto da lui stesso in modo approfondito, chiaro ed accessibile a tutti. Il Rev.do Padre ha introdotto delle innovazioni nella conduzione degli Esercizi e lo ha fatto con tanto garbo e rispetto per la personalità di ciascuno, che ha subito conquistato la fiducia, la stima e l’affetto di tutti i presenti, che si sono lasciati coinvolgere  nell’apprendimento di nuove conoscenze, aderendo volentieri al sano processo di crescita interiore da lui ideato.
 La crisi di fede e di valori che caratterizza la società contemporanea, comporta, per ogni credente, l’urgenza di prendere maggiormente coscienza della propria identità e dignità umana, da porre a fondamento della propria esistenza.  La Chiesa, consapevole di una tale situazione, che porta ad ignorare la dimensione spirituale dell’uomo, come provvida Madre della Famiglia di Dio, si preoccupa continuamente di indirizzare i fedeli a ricercare l’essenziale e li esorta a riscoprire le verità che sono alla base della nostra fede cristiana. Papa Benedetto nella sua Porta Fidei, ci ricorda che, per instaurare con gioia e rinnovato entusiasmo un rapporto personale con Dio, abbiamo bisogno di riscoprire e riflettere sui contenuti della fede professata, celebrata e pregata, che possiamo ritrovare sinteticamente riassunti ed espressi nel “CREDO APOSTOLICO”.  
 Tale professione di fede ha origine nella Chiesa primitiva ed è scaturita dalle domande poste ai catecumeni che si appressavano a ricevere il Battesimo, le quali inizialmente erano solo tre:          1°) Credi in Dio Padre?  2°) Credi nel Signore Gesù Cristo? 3°) Credi nello Spirito Santo?  In seguito queste tre domande vennero arricchite e completate e si giunse così al contenuto dell’attuale “Credo Apostolico”, espresso in dodici frasi: il loro numero alimentò la tradizionale credenza che attribuiva la formulazione  di ognuna di esse a ciascuno dei dodici Apostoli.
     In seguito, durante il  Concilio  Ecumenico di Nicea  (325 d. C.) prima e di quello di Costantinopoli (381 d. C.) dopo, si giunse all’approvazione del “CREDO NICENO COSTANTINOPOLITANO”, che viene, anche attualmente, proclamato  durante le Celebrazioni Eucaristiche e che, essendo stato formulato quando nella Chiesa non erano ancora insorte divisioni, costituisce, ancora oggi, la professione di fede in comune tra cattolici, ortodossi e protestanti e diviene una buona base  di dialogo ecumenico.     Fino ad alcuni decenni fa, la pratica della fede era molto diffusa tra i battezzati, ma nell’odierna società consumistica, l’uomo si trova a vivere in un contesto post-cristiano, nel quale si va gradualmente perdendo il senso dei valori che contano e pertanto, di anno in anno, diminuisce la percentuale dei praticanti. Tuttavia noi, da veri credenti, non dobbiamo scoraggiarci ed alla domanda di Gesù:        Quando il Figlio dell’uomo tornerà, troverà ancora la FEDE sulla terra?” (Lc 18, 8), dobbiamo sentirci preparati a rispondere con ferma determinazione: “Sì, ci sarà, perché io credo, farò del tutto per alimentare la mia fede ed  aiuterò anche gli altri a mantenerla viva e professarla”. Ogni affermazione contenuta nel Credo apostolico, dovrebbe trasformarsi in un grido di sì a Dio e divenire quotidianamente oggetto della nostra riflessione e meditazione. Il pronunciare con fede “ Credo in Dio”, deve impegnarci a penetrarne il significato: secondo alcuni autori medioevali, la parola latina credere deriverebbe da COR-DARE, cioè dare il cuore: la fede, infatti, dovrebbe impegnarci a mettere il nostro cuore nelle mani di Dio, da considerare  non come un’idea astratta, ma come una Persona che ci si rivela, ci ama e desidera entrare in comunione con ciascuno di noi, chiamati a ricambiare il suo amore, perché da Lui scelti ”per trovarci al suo cospetto santi e immacolati nell’amore”(Ef1,4).     

 L’affermazione Credo in Dio Padre Onnipotente, ci impegna a riconoscere in Dio un PADRE che non viene mai meno, come talvolta accade ai padri terreni, al valore insito nel termine “ paternità” che comprende anche “maternità” e si presenta come fonte che genera e da cui proviene la vita. Nel Nuovo Testamento la parola padre rivolta a Dio ricorre per 130 volte: Gesù lo invoca chiamandolo anche “ABBA’”, che in aramaico sta a significare papà, paparino e ci rivela, così, che Dio è un Padre d’amore, che ci ama con passione e tenerezza, è sempre presente nella nostra vita e la rischiara con la sua splendida luce.    La sua Onnipotenza viene da Lui usata non per dominare, ma per metterla a servizio del nostro bene, poiché Egli è sempre “Divina Provvidenza”.  Se a volte, a motivo di dolorose circostanze, così non ci sembra, è perché “i suoi pensieri non sono i nostri pensieri, le sue vie non sono le nostre vie”. Dobbiamo sempre nutrire la certezza che Dio, ricco di bontà e misericordia, sa scrivere diritto sulle righe storte, cioè sa trarre il bene anche dal male, che mai avrà l’ultima parola nella nostra storia. Riconoscere in Dio il Creatore del cielo e della terra, ci impegna a credere che il mondo non trae origine dalla casualità, ma dalla libera volontà di Dio che, per amore, ha voluto rendere le creature partecipi “al suo essere, alla sua saggezza e alla sua bontà” (Catechismo Chiesa Cattolica, 295).    La preghiera del Credo è un vero e proprio inno di lode e di piena adesione al Mistero della  SS. Trinità, poiché manifesta la fede nella tre divine Persone, evidenziando le peculiarità di ciascuna di esse.  All’atto di fede nel Padre, segue quello verso il Figlio: “Credo in Gesù Cristo, suo unico Figlio, nostro Signore”. Gesù è il Dio che salva, è il Cristo, il Consacrato per eccellenza, inviato da Dio sulla terra per portare libertà e salvezza a tutti gli uomini, è la buona notizia, il Vangelo vivente disceso tra noi per riscattarci, donarci la figliolanza divina  e rivelarci l’ amore fedele del Padre.    Chiamando Gesù nostro” Signore”, riconosciamo in Lui le stesse prerogative di Dio Padre, in potenza, onore e gloria: Egli è il “Signore”, l’Adonai che ispira fiducia e obbedienza, è il Dio con noi, è il “VERBO” fatto carne nel grembo della Vergine Maria per opera dello Spirito Santo. E’ Colui che ci ha parlato, ha compiuto prodigi e ci ha amato a tal punto, da immolarsi per noi sulla Croce: “Patì sotto Ponzio Pilato, fu crocifisso, morì e fu sepolto, discese agli inferi”.  Gesù è il Dio che subisce il male, ma non si lascia vincere da esso, poiché Egli è il vero Bene, che sconfigge sofferenza e morte, infatti: “Il terzo giorno risuscitò dai morti, salì al cielo e siede alla destra di Dio Padre”.      Il nostro dire “Credo nello Spirito Santo”, ci conferma nella verità che tra il Padre e il Figlio intercorre un amore così grande, che genera lo Spirito Santo, terza Persona della SS. Trinità, eternamente presente con la sua Grazia nell’intero universo. Egli ha parlato per mezzo dei Profeti, è intervenuto nell’Incarnazione del Verbo e con i suoi doni agisce in modo costante nelle anime, per generarle alla vita eterna. E’ sempre per l’azione dello Spirito Santo che possiamo proclamare: “Credo la Santa Chiesa Cattolica”, con  la parola “Chiesa”, si intende il Popolo di Dio convocato dall’unità  del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo.  Nella Chiesa dobbiamo sentirci tutti uniti nell’amore e, come il Padre e il Figlio nel loro reciproco dono generano lo Spirito Santo, così anche noi, facendoci “dono” gli uni per gli altri, possiamo veramente dar vita ad una ”Comunità” caratterizzata da “un cuore solo e un’anima sola” (At 4, 32).  Credere nella Chiesa tempio dello Spirito Santo, deve significare per ciascuno di noi “sentirsi Chiesa”, vale a dire membro del Corpo mistico, di cui Cristo è il ” Capo” e la B. V. Maria è  “ Madre”. Attraverso i “ministeri”, nati nel corso del 1° secolo d. C. per favorire lo svolgimento della missione, la Chiesa educa i fedeli alla preghiera personale e liturgica, a vivere la comunione dei Santi e li prepara a credere nella risurrezione dei morti e nella vita eterna, secondo la promessa di Gesù: “Chi crede in me, anche se muore, vivrà”. Durante lo svolgimento delle sue conferenze, il Rev.mo P. Eduardo, per aiutarci nella comprensione e dare concretezza di vita agli argomenti trattati, ha fatto spesso riferimento all’esperienza ed agli scritti dei nostri maggiori Santi Carmelitani, come S. Teresa di Gesù, San Giovanni della Croce, S. Teresa di Lisieux.  L’approfondimento delle verità contenute nel “Credo”, ha reso più salda la nostra fede, ci ha fatto scoprire la bellezza dell’incontro con il “Dio Vivente” e ci ha fatto sentire di aver trovato il nostro posto nella Chiesa, come avvenne a S. Teresina: “ Ho trovato il mio posto nella Chiesa! Nel cuore della Chiesa mia Madre, io sarò l’amore e sarò tutto”. Un vivo ringraziamento va al nostro bravissimo P. Predicatore, per le sue parole e per la sua competenza e creatività nel presiedere le Celebrazioni Eucaristiche e le ore di preghiera e di adorazione, seguite  da tutti con tanto fervore, piena partecipazione ed intensa commozione.        Come ci viene ricordato da Papa Francesco nella sua recente enciclica Lumen fidei, abbiamo capito che “La fede è un dono gratuito di Dio che chiede l’umiltà e il coraggio di fidarsi e affidarsi” (n°14) e che, oltre alla preghiera, essa richiede opere di amore: ”Le mani della fede si alzano verso il cielo, ma lo fanno mentre edificano, nella carità, una città costruita su rapporti in cui l’amore di Dio è il fondamento” (n°51).    Per i tanti benefici ricevuti nel corso degli Esercizi, eleviamo un inno di lode, onore e gloria alla SS. Trinità.
Caprarola, 28/07/ 2013  
                          Maria Teresa Cristofori   ( Presidente Provinciale OCDS Romano)