domenica 9 dicembre 2012

INCONTRO CON I PP ASSISTENTI A S. FIDENZIO



L'intervento della Presidente della Provincia Veneta


Carissimi Padri,
ben venuti e grazie per i sacrifici che ognuno di voi ha dovuto affrontare per poter essere qui presente oggi, di questo sia lode al Signore!
Prima di tutto vorrei partire dall’esperienza, che il Signore mi ha fatto vivere in questi quattro anni da Presidente Provinciale.  Nelle nostre Comunità c’è sete di apprendere il Carisma con responsabilità, quella che l’Ordine e la Chiesa esigono. Le nostre Comunità da passive stanno diventando attive nel senso dello studio e della ricerca della Parola di Dio, dei Documenti della Chiesa, della nostra Legislazione, dei nostri Santi. E questo si riscontra, non solo nella Formazione iniziale - come raccomanda la Ratio (ultimo documento OCDS) - ma anche in fratelli e sorelle appartenenti all’OCDS da 20-30 anni (persone magari di 90 anni!), i quali si sforzano di fare sempre meglio per dare l’esempio ai Formandi: questi ultimi, al giorno d’oggi, sono sempre più esigenti, non si accontentano di bei discorsi spirituali, esigono giustamente di fare un cammino serio, che li aiuti a vivere da cristiani-carmelitani nelle sfide che incontrano nel quotidiano.
Nel lavoro di gruppo che la nostra Provincia Veneta ha fatto nello scorso triennio, il gruppo dei Formandi di tutta la Provincia ha espresso questo desiderio: “Avere dei Formatori formati”. Certo il lavoro è arduo e faticoso, per questo abbiamo bisogno del sostegno e della formazione che solo voi Padri siete tenuti a darci, in quanto avete ricevuto questo mandato dalla Chiesa; le vostre Costituzioni al n. 103 Norme 56, così si esprimono: “La cura spirituale e pastorale dell’OCDS, in forza della sua appartenenza alla stessa famiglia religiosa, è affidata dalla Chiesa ai Frati Carmelitani Scalzi”.
Il P. Assistente quindi, in qualità di rappresentante dell’Ordine e di GARANTE della sua Spiritualità, ha sempre avuto un ruolo di primaria importanza nei confronti delle Comunità dell’Ordine Secolare. Le attuali Costituzioni OCDS, al punto n. 44, così delineano la sua specifica funzione: “Suo dovere è fornire l’assistenza spirituale alla comunità e accompagnarla nella sua vocazione perché possa corrispondere debitamente ad essa”. Tradurre in pratica un tale compito oggi, è tutt’altro che facile, poiché nella società contemporanea vanno attenuandosi sempre più quegli eterni valori, indispensabili per una sana convivenza che intende porre a suo fondamento il pieno rispetto della dignità dell’uomo.
P. Saverio Cannistrà, nostro Padre Generale OCD, all’incontro avuto con l’OCDS nel 2010 a Rocca di Papa sul tema “Come Teresa Formerebbe oggi un Laico Carmelitano”, ha sottolineato che un Ordine religioso dev’essere governato a partire da un carisma. Il desiderio che abbiamo noi laici carmelitani del 2012 è quello di essere Comunità/Fraternità teresiane credibili per la Chiesa e il mondo d’oggi. Come ci ha interpellati il Documento del Definitorio Generale Straordinario di Ariccia 2011.
Prima però di delineare il tipo di Assistente verso cui occorre realisticamente guardare affinché la formazione dell’OCDS sia sempre più adeguata alla propria vocazione nella Chiesa e nel mondo, mi sembra necessario rimotivare l’interesse e la cura da parte dei Padri dell’OCD nei confronti dei laici appartenenti all’Ordine Secolare.
 Il rapporto tra frati, monache e laici deve essere ripensato ed approfondito alla luce delle Costituzioni OCD (al n. 103, Norme 56) che invitano i Padri ad adoperarsi “con cuore fraterno alla formazione dei membri del nostro Ordine Secolare” e delle Costituzioni OCDS che al punto 1 affermano: “I Carmelitani Secolari, insieme con i frati e le monache, sono figli e figlie dell’Ordine di Nostra Signora del Monte Carmelo e di Santa Teresa di Gesù. Perciò condividono con i religiosi lo stesso carisma, vivendolo ciascuno secondo il proprio stato di vita. È una sola famiglia, con gli stessi beni spirituali, la stessa vocazione alla santità e la stessa missione apostolica. I secolari apportano all’Ordine la ricchezza della loro secolarità”. A questo punto può contribuire a capire meglio il senso, il valore, la ragion d’essere di tale realtà rileggere all’art.2,2 di Guida per l’Assistenza Pastorale all’OCDS dove si dice: “I frati, le monache di clausura e i carmelitani secolari, ciascuno nelle circostanze del proprio stato di vita, di fatto contribuiscono a rendere presente il Carisma della spiritualità carmelitana come viene espresso nella vita e negli scritti dei nostri Dottori Carmelitani”. Questo ci fa risalire alle origini degli Ordini Secolari: S. Francesco aveva intuito la necessità di fondare un Ordine di persone laiche per “impostare la spiritualità della sua nuova famiglia religiosa nel concreto della vita quotidiana” (cfr. Assistenza Pastorale - introduzione).
 L’amore per la propria spiritualità aveva indotto il Santo di Assisi a pensare alla nuova realtà di laici legati all’Ordine religioso e protesi a vivere e a diffondere il carisma francescano nel quotidiano. Lo stesso amore per la spiritualità teresiana, che di certo ha guidato la scelta vocazionale di ciascuno di voi Padri quando avete deciso di varcare la soglia del Carmelo, dovrebbe farvi desiderare che tale spiritualità possa trovare i più ampi spazi di crescita e di diffusione nei più diversificati contesti della realtà, quei contesti che solo i laici, impegnati nel tessuto sociale, possono raggiungere.
 È anche con l’apporto dei secolari che il Carmelo può crescere e svilupparsi come Teresa auspicava. Allora l’OCDS diventa un completamento e un arricchimento dell’Ordine Religioso. Ma siamo convinti fortemente che ancor più l’Ordine Religioso diventa prezioso e indispensabile per noi laici. Spetta infatti a voi Padri la responsabilità di una formazione e di un accompagnamento spirituale dei fratelli e delle sorelle dell’Ordine Secolare e garantire la nostra fedeltà al carisma dell’Ordine e alla Chiesa.
Per poter accompagnare una Comunità occorrono una gioiosa accoglienza all’incarico, una seria formazione sul ruolo che si è chiamati ad assumere e tanta disponibilità e apertura al confronto. Realisticamente parlando, i membri dell’OCDS si aspettano un Padre Assistente che accolga volentieri la sua nomina, che non abbia il cuore a più gratificanti incarichi presso altri gruppi ecclesiali, che svolga la sua opera dando esempio di essere veramente innamorato della spiritualità carmelitana ed essere ben informato circa gli insegnamenti della Chiesa sul ruolo dei laici, che sappia fare da ponte tra il Consiglio e la Comunità, che stimoli la Comunità a collaborare sempre più con il Consiglio Provinciale, che metta armonia, prestando la dovuta e imparziale attenzione a ciascun componente della Comunità.
Ciò che chiediamo a voi Padri è di poter attingere sempre alla fonte autentica della spiritualità carmelitana che solo voi potete garantirci, per questo riteniamo utile e doveroso coinvolgere nella Formazione in preparazione a questo ruolo anche i giovani Padri. Siamo assetati di Dio, di incontrarlo sempre più intimamente in noi e attorno a noi e voi potete aiutarci a tener viva questa sete di un rapporto sempre più vero con il Signore. Insegnateci nelle Comunità/Fraternità a fare Orazione mentale: non parlatecene solamente, ma fateci fare esperienza di Orazione. Vorremmo sentirci veramente parte di un’unica grande e bella famiglia dove, come figli nati dal vostro grembo, sentirci accolti e paternamente amati, accompagnati alla maturità spirituale per essere sempre più capaci di scelte autonome e responsabili in una radicata fedeltà al Carisma.
Siamo consapevoli dei limiti e degli errori commessi da parte nostra nel rapporto con voi: il più delle volte siamo stati eccessivamente dipendenti e pretenziosi, più intenti ad invidiare ed imitare lo stile del religioso anziché vivere da laico maturo il carisma carmelitano. Altre volte abbiamo spadroneggiato nei vostri Conventi.
Questo infantilismo spirituale non ha certo favorito un rapporto autentico e vero con voi Padri e di questo ci assumiamo le nostre responsabilità. Ma oggi l’OCDS è cambiato, si sta sempre più distinguendo dall’OCD e prende coscienza della sua “indole secolare” L’Esortazione Apostolica Christifideles laici ha contribuito in larga misura a tale rinnovamento quando afferma: “L'indole secolare del fedele laico non è quindi da definirsi soltanto in senso sociologico, ma soprattutto in senso teologico. La caratteristica secolare va intesa alla luce dell'atto creativo e redentivo di Dio, che ha affidato il mondo agli uomini e alle donne, perché essi partecipino all'opera della creazione, liberino la creazione stessa dall'influsso del peccato e santifichino se stessi nel matrimonio o nella vita celibe, nella famiglia, nella professione e nelle varie attività sociali”.
“Il «mondo» diventa così l'ambito e il mezzo della vocazione cristiana dei fedeli laici, perché esso stesso è destinato a glorificare Dio Padre in Cristo”. “…i fedeli laici, infatti, «sono da Dio chiamati a contribuire, quasi dall'interno a modo di fermento, alla santificazione del mondo mediante l'esercizio della loro funzione propria e sotto la guida dello spirito evangelico, e in questo modo a rendere visibile Cristo agli altri, principalmente con la testimonianza della loro vita e con il fulgore della fede, della speranza e della carità». Così l'essere e l'agire nel mondo sono per i fedeli laici una realtà non solo antropologica e sociologica, ma anche e specificamente teologica ed ecclesiale.  Nella loro situazione intramondana, infatti, Dio manifesta il suo disegno e comunica la particolare vocazione di «cercare il Regno di Dio trattando le cose temporali e ordinandole secondo Dio»”. (Christifideles laici n.15).
Per questo motivo ci siamo incontrati, per presentarci a voi in questa nuova realtà e chiedervi di accompagnarci nella nostra vocazione in modo che ognuno di noi possa “corrispondere debitamente ad essa” (Costitutuzioni OCDS, 44).
Un ringraziamento va ai Presidenti Provinciali d’Italia per il contributo che, con i loro suggerimenti, hanno reso tutto l’OCDS italiano presente a questo nostro incontro.
Nel Testamento spirituale di Santa Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein) ad un certo punto si legge: “…offro la mia vita e la mia morte per la pace…, per la Chiesa…in particolare per la custodia, la santificazione e il perfezionamento dell’Ordine del Carmelo”. Credo, carissimi Padri, che in questo incontro alla presenza di P. Alzinir Delegato Generale dell’OCDS si sia cercato tutti insieme di fare proprio questo. Grazie!
Brigida Silvana De Grandi
(Presidente Prov. Veneta)