Giunsero a Cafarnao e subito Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, insegnava. 22Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi. 23Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, 24dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». 25E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». 26E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui. 27Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!». 28La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea. (Mc 1, 21-28)
MEDITAZIONE
Dopo l’annuncio del Regno e la chiamata, da parte di Gesù, dei quattro discepoli sulla riva del Mar di Galilea, l’evangelista Marco prosegue con la narrazione del primo giorno della sua attività. L’esorcismo compiuto da Gesù non deve essere considerato solo come miracolo, ma anche per il suo valore simbolico e per il senso che questa liberazione ha per i credenti. Corrisponde, in effetti, alla missione del Figlio di Dio, venuto nel mondo per la salvezza di tutti e, con la liberazione del posseduto, dare inizio alla vittoria contro Satana. Come primogenito di una moltitudine di fratelli, sta compiendo quanto promesso in Gen 3, 15 dove, al serpente tentatore, il Signore aveva detto: “Quando tu gli insidierai il calcagno, egli ti schiaccerà il capo”.
Non per nulla, dopo aver detto che tutti “erano stupiti del suo insegnamento [quello di Gesù]: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi” (v. 22), l’evangelista aggiunge che il popolo ripete questa stessa affermazione dopo la liberazione del posseduto dal demonio. Stupefatti, tutti coloro che avevano visto il miracolo, annota Marco, se ne andavano domandandosi “Che è mai questo?”. E aggiungevano: “Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono” (v. 27).
Un significato simbolico che si incontra in ogni liberazione dal male attraverso i miracoli di Gesù in favore degli infermi che, a loro volta, rappresentano tutti gli uomini peccatori, ossia, sotto l’influsso del male. In effetti, liberare dallo spirito del male che spodesta e tortura, è la missione propria del Figlio di Dio fatto uomo. All’evangelista interessa che ci rendiamo conto che Gesù è la Parola che – solo con la sua presenza – passa per la nostra terra facendo il bene.
Lo dirà Pietro nella sua catechesi in casa di Cornelio, il primo pagano battezzato da lui. “Voi” dirà a tutti quelli colà riuniti, “sapete ciò che è accaduto in tutta la Giudea, cominciando dalla Galilea, dopo il battesimo predicato da Giovanni, cioè – aggiungerà – come Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo, perché Dio era con lui. E noi siamo testimoni di tutte le cose da lui compiute nella regione dei Giudei e in Gerusalemme” (At 10, 37-39).
E con parole di eccelsa poesia lo dirà anche San Giovanni della Croce, nella quinta strofa del suo Cantico spirituale. Lì, quelli che parlano sono “i boschi e le selve piantate dalla mano dell’Amato”. Rispondendo, infatti, alla sposa che, in cerca del suo Sposo, il Cristo, ha loro domandato se, per caso, il suo Amato è passato da lì, le rispondono di sì con queste precise parole: “Mille grazie spargendo / passò per questi boschi con snellezza, / e mentre li guardava, / col solo suo sguardo / vestiti li lasciò d’ogni bellezza
L’efficacia del solo passaggio di Gesù espressa da Giovanni della Croce, con le sue parole poetiche (“col solo suo sguardo / vestiti li lasciò d’ogni bellezza”), il Vangelo ce lo mostra affermando che Gesù “insegnava con autorità e non come gli scribi”. Un’annotazione che bisogna prendere seriamente e comprendere nel suo significato profondo. Questa autorità , infatti, non si riferisce semplicemente al fatto che Gesù sappia più degli scribi o si esprima meglio di loro. Sicuramente, Gesù sa come parlare e sa farsi intendere meglio degli altri, ma non sta solo in questo, la sua autorità! Infatti, l’evangelista non dice nulla di ciò che in quel giorno aveva insegnato Gesù, ma che, la gente era rimasta stupita e parlava di un “insegnamento nuovo esposto con autorità”, riferendosi al fatto che gli spiriti immondi gli obbedivano.
Anche Gesù insegna, soprattutto con parabole, però il suo insegnamento principale è Lui, la sua persona e il suo modo di agire. Il suo passare, cioè, “beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo”, come affermò Pietro in casa di Cornelio. Lo disse Gesù stesso ai suoi discepoli, una volta lavati i piedi a tutti: “Capite quello che ho fatto per voi?”, domandò loro. “Se dunque io, il Signore e il Maestro, ho lavato i piedi a voi, anche voi dovete lavare i piedi gli uni agli altri. Vi ho dato un esempio, infatti, perché anche voi facciate come io ho fatto a voi” (Gv 13, 12-15).
Da qui la necessità di stare con Lui e seguirlo. Come? Leggendo il Vangelo come se nelle sue pagine si trattasse di noi, e restando molto spesso da soli con Lui.
Padre Bruno Moriconi, ocd