domenica 21 febbraio 2016

Mentre pregava il suo volto cambiò d’aspetto


MEDITIAMO CON P. GAUDENZIO GIANNINOTO 

Dio grande e fedele, che riveli il tuo volto a chi ti cerca con cuore sincero. Così oggi la Chiesa ci suggerisce di pregare nella Colletta di questa seconda domenica di Quaresima.                                   I Salmi, espressioni bibliche dell’animo umano in tutte le sue esperienze, più volte si effondono in invocazioni insistenti che gridano il desiderio del cuore di vedere il volto di Dio. Così il salmo responsoriale di oggi : Ascolta Signore la mia voce. Io grido, abbi pietà di me, rispondimi. Il mio cuore ripete il tuo invito: «Cercate il mio volto». Il tuo volto, Signore, io cerco. Non nascondermi il tuo volto” (Sl 26).                                                                            Questa preghiera è messa oggi sulle nostre labbra mentre nel cammino quaresimale la Parola ci racconta la trasfigurazione di Gesù. Come è descritta da Luca, le sue vesti candide e sfolgoranti riflettono la luminosità interiore di tutta la persona, ma è il volto che cambia di aspetto e che manifesta la sua identità divina.   E difatti è il volto di Dio che il cuore, l’io profondo nostro, cerca. E il volto vuol dire la fisionomia, l’atteggiamento, lo sguardo, la persona. Noi, anche deboli e titubanti nella fede,  anche non consapevoli,  in verità cerchiamo, proviamo in tanti modi, spesso sbagliando modo o volto, vogliamo vedere quel volto, sperando e desiderando che sia quello, quello di Dio stesso, e che si rivolga a noi benevolo, che ci guardi con simpatia, con accoglienza, con amore. Siamo come il bambino che scruta il volto della  mamma e da quel volto dipende, perché gli dice tutto, lo rassicura, gli trasmette tutto l’amore che lo fa vivere e gioire, che lo fa dormire abbandonato tra le braccia materne.
Particolare dell'abside della Basilica della Trasfigurazione sul monte Tabor
Sono presenti Mosè ed Elia. Essi hanno tanto desiderato vedere Dio: “ Mosè Gli disse: "Mostrami la tua gloria!". 19Rispose: "Farò passare davanti a te tutta la mia bontà e proclamerò il mio nome, Signore, davanti a te. A chi vorrò far grazia farò grazia e di chi vorrò aver misericordia avrò misericordia". 20Soggiunse: "Ma tu non potrai vedere il mio volto, perché nessun uomo può vedermi e restare vivo". 21Aggiunse il Signore: "Ecco un luogo vicino a me. Tu starai sopra la rupe: 22quando passerà la mia gloria, io ti porrò nella cavità della rupe e ti coprirò con la mano, finché non sarò passato. 23Poi toglierò la mano e vedrai le mie spalle, ma il mio volto non si può vedere" (Es 33,17-23). “Allora il Signore scese nella nube, si fermò là presso di lui e proclamò il nome del Signore. 6Il Signore passò davanti a lui, proclamando: "Il Signore, il Signore, Dio misericordioso e pietoso, lento all'ira e ricco di amore e di fedeltà (Es 34,5-6).      Elia ascolta il Signore che gli parla:  "Esci e férmati sul monte alla presenza del Signore". Ed ecco che il Signore passò. Ci fu un vento impetuoso e gagliardo da spaccare i monti,… un terremoto,… un fuoco,…. Dopo il fuoco, il sussurro di una brezza leggera. Come l'udì, Elia si coprì il volto con il mantello, uscì e si fermò all'ingresso della caverna” (1Re 19,11 sg).  
Ora, nella pienezza del tempo, quando Dio si è incarnato, Mosè ed Elia,  la Legge e i Profeti che tanto hanno cercato il volto di Dio, sono qui spettatori di questa epifania straordinaria, vedono  il volto dell’uomo Gesù che “mentre prega”, cioè mentre è unito al Padre con tutta la sua umanità, con tutto il suo cuore, con tutta la sua anima e con tutte  le sue forze tanto prega così che si trasfigura, il suo volto splende  e rivela la sua identità di Figlio del Padre:“Chi vede me vede il Padre”  (Gv 14,9). Finalmente nell’uomo Gesù trasfigurato vedono il volto di Dio cercato; e anche i tre apostoli, abituati all’umanità di Gesù “vedono la sua gloria” e sentono la voce del Padre che indica in Gesù il suo Figlio, l’amato. Nei tre apostoli, testimoni scelti, siamo noi, chiamati sul monte a contemplare l’aspetto profondo di Gesù.
“Gesù di Nazareth con la sua parola, con i suoi gesti e con tutta la sua persona rivela la misericordia di Dio” afferma Papa Francesco in Misericordiae.vultus, 1. La Chiesa sempre, ma in modo significativo nel nostro tempo, ci sta dicendo che Gesù è il volto del Padre, e del Padre misericordioso. Misericordiae vultus!   Papa Francesco profeticamente ripete: Questo nostro mondo ha bisogno della Misericordia di Dio.                                                                                                         Se cerchiamo il volto di Dio, dobbiamo guardare Gesù, e Lui ci rassicura, perché per tutti noi, per me, per te, è un volto sempre misericordioso, solo misericordioso.
S. Teresa di Gesù, dalla sua esperienza di ricerca e di amicizia con il Signore intuisce che nell’incontro degli sguardi e perciò dei volti si può risolvere la storia dell’incontro dell’uomo che cerca e spera il volto benevolo di Dio;  il volto che lei guarda e incoraggia noi a guardare non è tanto quello trasfigurato ma quello sfigurato ma bello per l’amore: “Vi chiedo solo che lo guardiate. Egli non aspetta che un vostro sguardo … Consideratelo legato alla colonna, sommerso nello spasimo, con le carni a brandelli: e tutto per il grande amore che ci porta … Egli allora vi guarderà con quei suoi occhi tanto belli, compassionevoli e pieni di lacrime: dimenticherà i suoi dolori per consolare i vostri, purchè voi lo guardiate”  (Cam. 26).
            E’ necessità di tutti, ma più  ancora corrisponde alla vocazione e alla missione contemplativa del Carmelo quanto sempre Papa Francesco ripete: Abbiamo sempre bisogno di contemplare il mistero della  misericordia, il volto della misericordia (Miser.Vultus, 2 e 4).  Gesù si trasfigura mentre prega. Così  anche noi, sperimentando attraverso  la preghiera contemplativa la  misericordia splendente nel volto di Gesù, potremo portare lo stesso frutto di salvezza delle opere di Gesù nelle nostre opere di  misericordia.
                                                                                              (p. Gaudenzio Gianninoto ocd)