giovedì 20 giugno 2013

Concluso il corso per formatori ocds

Dal 24 al 26 maggio 2013 si è svolto presso la Casa di Spiritualità di S. Fidenzio (VR) il Corso per Formatori dell’Ordine Secolare dei Carmelitani Scalzi organizzato dal Consiglio Provinciale della Provincia Veneta, ma aperto anche a tutto l’OCDS italiano.
Dei 57 partecipanti infatti 34 provenivano della Provincia Veneta, 19 dalla Provincia Lombarda, 3 dalla Provincia Ligure e 1 dalla Provincia Toscana.
La celebrazione della S. Messa con la recita dei Vespri del venerdì 24 ha dato inizio al Corso che è proseguito con il primo intervento di Padre Giovanni Pietro De Paoli, Stimmatino, sui criteri indispensabili per un corretto discernimento vocazionale e le relative metodologie per attuarli.
 Il Padre ha messo in evidenza come l’appartenenza ad un Ordine e al suo Carisma deve convivere con il rispetto della specificità individuale che costituisce ciascuna persona come unica e irrepetibile. In questo senso ogni membro ha un dono da portare, una nota da far risuonare nella Comunità che deve saper accogliere e valorizzare ciascuno nella sua identità costitutiva.
Ma anche chi entra a far parte di una Comunità, nel costituirsi come dono, deve imparare a sintonizzarsi, deve assimilare quei comportamenti, quelle modalità che il particolare Carisma richiede. Si tratta, in fondo, di una integrazione reciproca che impegna al contempo Comunità e singola persona.
Tale integrazione passa necessariamente attraverso un insieme di indicazioni, di regole da osservare perché la persona conformi il suo stile di vita a quello dell’Ordine a cui appartiene. In questo contesto allora “la legge”, lungi dall’essere un limite alla libertà personale, diventa come faro che illumina il percorso formativo e come nutrimento della libertà, soprattutto quando la si osserva non per dovere ed obbligo, ma per amore.

Il Formatore deve aiutare le persone ad essere come Dio le vuole, mostrare la strada perché ciascuno realizzi se stesso secondo la volontà di Dio, volontà che si esprime negli avvenimenti della vita personale: questi diventano “l’alfabeto di Dio”, il modo cioè con cui Dio svela il suo disegno su ciascuno di noi. E’ questo disegno che l’educazione, nel suo senso più vero (ex-ducere= tirar fuori), deve scoprire e realizzare, non perdendo mai di vista né la meta, il traguardo formativo a cui arrivare, né la libertà della persona da formare.
E’ questo l’arduo compito dell’accompagnamento che viene richiesto ad un Formatore,  di farsi prossimo come fratello o sorella di chi è alla ricerca della volontà di Dio. La Formazione è un dono della Comunità che ognuno di noi può essere chiamato un giorno a rendere alla Comunità stessa.                                  Il termine “accompagnamento”, preferibile a “direzione”, vuole mettere in luce il camminare insieme, il “prendersi cura”, la condivisione fraterna dell’esperienza che lascia però il ruolo di protagonista al soggetto stesso perché arrivi ad essere libero e cosciente davanti al progetto di Dio.
Il giorno successivo, il sabato mattina, dopo la S. Messa con la recita delle Lodi mattutine di S. Maria Maddalena dei Pazzi, santa carmelitana, si sono svolti i lavori di gruppo su alcune domande che P. De Paoli aveva consegnato come guida della riflessione.

I gruppi si sono formati non per scelta personale, ma sulla base di un colore che ogni partecipante è stato invitato a scegliere da Brigida Silvana, la Presidente della Provincia Veneta e Presidente Nazionale. Ciò ha permesso di vivere la ricchezza che deriva dal condividere esperienze provenienti da realtà diverse e poi di far partecipe di tale ricchezza tutta l’assemblea nel momento comunitario, quando i portavoce di ciascun gruppo hanno riportato quanto emerso dallo scambio reciproco.
Nel pomeriggio del sabato si è cercato di simulare la preparazione e lo svolgimento di un incontro di Formazione. Il compito di guidare l’incontro, sotto il profilo didattico, è stato affidato a Silvana De Grandi, la quale in quelle ore è stata per tutti “maestra di Formazione”. La sua pluriennale esperienza in questo campo ha sortito una lezione potremmo dire, senza timore di esagerazione, “magistrale”.

 L’unità didattica scelta dall’Iter Formativo della Provincia Veneta è stato: “Sacra Scrittura e preghiera: Lectio Divina cfr. DV nn.5-25; CCC nn. 1697-2724. Esercizio pratico di Lectio Divina”.
Con la premessa iniziale Silvana ha sottolineato l’importanza e la necessità della preparazione del Formatore all’incontro con i Formandi, preparazione che deve essere prima di tutto un cammino di conversione e di crescita per la persona stessa che ha il compito di formare.
Testi alla mano, i presenti hanno cercato, letto e sottolineato di volta in volta i passi della Dei Verbum e del Catechismo della Chiesa Cattolica che venivano indicati dalla Presidente, in un primo momento quelli relativi alla “Sacra Scrittura e preghiera” e di seguito quelli sulla “Lectio Divina” nei suoi quattro momenti fondamentali: lectio, meditatio, oratio e contemplatio.
Dopo una breve pausa è seguita la parte pratica, una vera e propria esemplificazione di esercizio di Lectio Divina, partendo dal brano evangelico di Mc 8, 22 – 26. Dopo aver lasciato 10 minuti per la lettura della pericope e altri 10 minuti per la meditazione personale, chiusi i testi, in un clima di profondo silenzio orante si è fatta esperienza di Orazione mentale e contemplazione per altri 20 minuti, guidati da Silvana che ha condiviso con i presenti la sua personale Orazione scaturita dalla meditazione del brano evangelico, mentre su due grandi schermi era proiettato il volto di Gesù con le parole di S. Teresa “Io lo guardo ed egli mi guarda”.
Alle ore 21.00 poi, si è potuto fare condivisione comunitaria di Lectio Divina, sul brano evangelico scelto nel pomeriggio ed è stato edificante per tutti verificare quanto lo Spirito Santo ha suggerito e operato in ciascuno.
La S. Messa della domenica, solennità della S.S. Trinità, è stata presieduta da P. Gianni Bracchi, Provinciale della Provincia Veneta e concelebrata dal suo Delegato, P. Aldo Formentin e da P. Hermann, rappresentante dei Padri Assistenti nel Consiglio della Provincia Veneta.
Padre Gianni ci ha fatto riflettere sul valore che ha per noi l’esistenza di un Dio in Tre Persone. Se Dio fosse unico non ci sarebbe posto per l’uomo perché riempirebbe di sé tutto, sarebbe onninvadente.
Come si può trovare spazio per l’uomo se Dio è tutto?
Il nostro non è un Dio solo, è invece un Dio unico, ma questa unicità è il frutto dell’Amore dei Tre. È all’interno del loro amore che si è creato gratuitamente lo spazio per la nostra esistenza. Noi esistiamo come dono che il Padre ha voluto fare al Figlio e solo quando prendiamo coscienza di essere frutto di una relazione di amore diventiamo autenticamente noi stessi.
Nutriti alla mensa della Parola e del Pane di vita eterna, abbiamo iniziato la nostra ultima parte del Corso con il secondo intervento di Padre De Paoli.

 In questa seconda parte il Padre è entrato più concretamente all’interno della vita della Comunità per evidenziare le difficoltà che possono sorgere e come impegnarsi a superarle. Ha sottolineato quanto sia importante l’amabilità di chi accoglie che deve saper prospettare come amabile anche il traguardo da raggiungere. La formazione è un cammino continuo, permanente, sia per chi si accosta per la prima volta all’Ordine, ma anche e non meno per chi già appartiene alla Comunità. Solo la consapevolezza che il cammino di perfezionamento è di tutti può aiutare la vita di relazione all’interno della Comunità.
Ogni vocazione spirituale comporta un passaggio dall’io al noi, un saper comporre tutto quello che siamo con quanto la nuova realtà ci chiede in un progressivo accostamento e adattamento che richiede tempo, pazienza, preghiera e sincerità.
Le difficoltà non devono essere nascoste né da parte del Formatore né del Formando, ma si possono superare se tutta la Comunità diventa spazio per l’esercizio                dell’accompagnamento in nome di Dio.
Con questo invito di farsi dono e di accettare le persone come dono, si è chiuso il Corso per Formatori, grati a Dio della ricchezza ricevuta e con l’impegno, richiesto da Padre Aldo, di portare tale ricchezza nelle nostre Comunità perché diventi linfa vitale anche per coloro che non hanno potuto partecipare. L’esperienza carmelitana richiede che quanto Dio ci dona diventi a sua volta dono per gli altri, come dice Edith Stein: “Una cosa è certa, che noi viviamo nel momento e nel luogo presenti per raggiungere la nostra salvezza e quella di coloro che ci sono affidati”.
Linda Levi ocds
  Provincia Veneta