“Le Virtù come
elemento unificante e purificante della vita fraterna”
Relatore: P.
Gianni Bracchi ocd
Sabato 8 e Domenica 9 ottobre le
Comunità della Provincia Veneta si sono ritrovate a Verona nella Casa diocesana di spiritualità di San
Fidenzio, per vivere un tempo di meditazione e di condivisione scandito in
quattro momenti:
Sabato 8:
- 1. Lavori
di gruppo stimolati da domande su tre temi trattati nella lettera che il
Padre Generale P. Miguel Calle ocd ha inviato all’OCDS: a. la Preghiera –
b. l’Obbedienza - c. la Vita
comunitaria;
- 2. Condivisione in assemblea;
Domenica 9:
- 3. Santa
Messa presieduta dal Delegato Provinciale P. Aldo Formentin ocd e
concelebrata con i Padri Assistenti;
- 4. Relazione
di P. Gianni Bracchi ocd “Le Virtù come elemento unificante e purificante
della vita fraterna” - condivisione e sintesi dei lavori. Ascolta qui l'audio 🎧
Ai partecipanti è stato proposto di
distribuirsi in cinque gruppi: Formandi, Presidenti e Formatori, Consiglieri,
Professi, e Padri Assistenti. A questi ultimi è stato chiesto di suggerire come
le Comunità della Provincia possono migliorarsi rispetto alle tre domande
proposte.
Tutti hanno avuto la possibilità di
esprimere il proprio punto di vista:
- la preghiera si riconosce
“vera e sincera” se è ascolto dello Spirito Santo, come avviene nell’Orazione
mentale, che genera la relazione filiale e amorosa col Padre, col Figlio e se
dà, come frutti, la Pace e la capacità di ascoltare e comprendere gli altri
intessendo relazioni di accoglienza reciproca non giudicante.
- L’obbedienza
teresiana comporta l’esercizio costante dell’umiltà; è ostacolata dalla tentazione
dell’autoreferenzialità dell’io ed anche della Comunità, mentre offre i
vantaggi di muoversi sulla Via del progetto di Dio, facendo emergere quelle
potenzialità nascoste della singola persona e della Comunità.
- Sia la preghiera
che l’obbedienza contribuiscono, insieme alla frequenza costante, alla
costruzione della vita fraterna. Le mormorazioni e il privilegiare
alcune persone rispetto ad altre per affinità di vedute sono causa di
divisioni. Queste si possono superare con una buona dose di empatia,
esercitandosi a cercare l’immagine di Dio in ogni fratello e cercando sempre il
dialogo costruttivo e la collaborazione. I Padri assistenti auspicano che in
tutte le comunità diventi sempre più abituale l’Orazione mentale personale e
che anche l’obbedienza sia vissuta con disponibilità cercando di comprendere e
perseguire i vantaggi dell’obbedienza teresiana. Ci invitano a vivere con gioia
gli incontri comunitari e provinciali e ad aprirci alla cooperazione e
all’apostolato.
P. Gianni Bracchi domenica 9 ottobre, a
commento del brano di S. Paolo (Col 3, 12-15), ha sottolineato che: "La dignità, la perfezione della persona umana consiste
nella sua relazione con Dio, chiamata a divenire piena unione con Lui".
Sul sentiero di questo Monte (Carmelo)
gli appetiti sregolati impediscono il cammino, perché sono causa di
disgregazione e di dissipazione dell’energia del cuore; mentre le virtù
partecipano a quel dinamismo costruttivo che:
- salvaguarda nel cuore il
desiderio di Infinito,
- alimenta l’integrità della
volontà nel perseguire il fine del vero Bene,
- coltiva l’interiorità della
persona: la relazione con Dio, con se stessa, con gli altri, con la realtà»
Parlando delle virtù, ha ricordato
quelle che per S. Teresa di Gesù erano “tre cose essenziali” (tre virtù): amore
fraterno, distacco e umiltà. Teresa è assolutamente originale nel proporre come
prima virtù l’amore fraterno! Per lei, l’amore fraterno è, al contempo, una
delle tre virtù e luogo di sintesi e di realizzazione delle altre due virtù;
distacco e umiltà fondano, alimentano e sostengono l’amore fraterno. La
relazione vera con gli altri è la palestra privilegiata della relazione con
Dio.
“Gesù mio, quanto è immenso l’amore che
nutrite per i figli degli uomini, se il miglior servizio che ti si possa
rendere è ‘abbandonare’ Te per amore verso di essi e per il loro profitto! Mio
Signore, chi non ama il prossimo, non Ti ama, poiché tutto il sangue che hai
versato ci dimostra l’immenso amore che nutri per i figli di Adamo.” (Teresa
d’Avila, Esclamazioni 2,2).
Persona e Comunità non sono due realtà
contrapposte. La persona ha bisogno di affermare se stessa, ma questo non
implica isolamento.
Solitudine e Comunione: verginità e comunità. Due aspetti complementari; (anche il corpo
partecipa all’espressione di questi due aspetti).
- L’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, è
solo davanti -di fronte- a Dio Creatore; questa solitudine fonda la
verginità di ogni creatura. La creatura appartiene al suo Creatore;
Dio solo basta alla sua creatura!
- Con la creazione di Eva, i due esseri
sono resi capaci di amore reciproco, capaci di comunione feconda:
corporea e spirituale.
Compito della comunità è di
accompagnare la persona a stare sola davanti al suo Dio. La solitudine -
verginità rivela la sua fecondità nella comunione (“Se c’è preghiera
sincera, il mio silenzio è un ascolto profondo dell’altro”). “Erano tuoi e li hai dati
a me!” (Gv 17,6)
Le virtù sono fondate sui Sacramenti
Il nostro lavoro ascetico (il nostro esercizio delle virtù) è sempre una risposta
all’iniziativa di Dio, una collaborazione con il lavoro di Gesù, del
suo Spirito in noi. Quando si tratta del rapporto con Dio, non possono essere
le nostre passerelle a colmare la distanza; anzi stiamo
attenti a che esse non intralcino l’iniziativa decisiva di Dio: l’Incarnazione,
prolungata nei Sacramenti.
Conclusione
- Una fraternità dell’OCDS dovrebbe
risplendere per la verginità (lo splendore della ‘originale
solitudine’); per la comunionalità (capacità di trasmettere
amore personale e comunitario, attraversando tutte le contraddizioni); per la sacramentalità
(“con tutto fare del divino”).
- Se impari a dire “mio” al fratello dal volto sfigurato e
ferito (Lc 16,19-31), impari a realizzare da subito il paradiso; se non
lo fai, comincia costruirti il tuo inferno. (Mt, 25 31-46).
- Se impari a dire “mio” a Gesù, impari a vivere una fraternità
invincibile con tutto e con tutti. “Miei sono i cieli e mia la terra, miei
sono gli uomini, i giusti sono miei e miei i peccatori. Gli angeli sono miei e
la Madre di Dio, tutte le cose sono mie. Lo stesso Dio è mio e per me, poiché
Cristo è mio e tutto per me. (San Giovanni della Croce)>>
Ringraziamo il Signore per i tanti stimoli e spunti di riflessione che ci
ha offerto attraverso la condivisione dei fratelli e le meditazioni di P.
Gianni e dei nostri Padri Assistenti.
Ora comincia il nostro lavoro di discernimento e di applicazione alla
nostra quotidianità di tanta ricchezza.