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sabato 22 ottobre 2022

CONVEGNO DELLA PROVINCIA VENETA

“Le Virtù come elemento unificante e purificante della vita fraterna”
Relatore: P. Gianni Bracchi ocd

Sabato 8 e Domenica 9 ottobre le Comunità della Provincia Veneta si sono ritrovate a Verona nella Casa diocesana di spiritualità di San Fidenzio, per vivere un tempo di meditazione e di condivisione scandito in quattro momenti:

Sabato 8:

  • 1. Lavori di gruppo stimolati da domande su tre temi trattati nella lettera che il Padre Generale P. Miguel Calle ocd ha inviato all’OCDS: a. la Preghiera – b. l’Obbedienza -  c. la Vita comunitaria;
  • 2.  Condivisione in assemblea;

Domenica 9:

  • 3. Santa Messa presieduta dal Delegato Provinciale P. Aldo Formentin ocd e concelebrata con i Padri Assistenti;
  • 4. Relazione di P. Gianni Bracchi ocd “Le Virtù come elemento unificante e purificante della vita fraterna” - condivisione e sintesi dei lavori. Ascolta qui l'audio 🎧

Ai partecipanti è stato proposto di distribuirsi in cinque gruppi: Formandi, Presidenti e Formatori, Consiglieri, Professi, e Padri Assistenti. A questi ultimi è stato chiesto di suggerire come le Comunità della Provincia possono migliorarsi rispetto alle tre domande proposte.

Tutti hanno avuto la possibilità di esprimere il proprio punto di vista:

-       la preghiera si riconosce “vera e sincera” se è ascolto dello Spirito Santo, come avviene nell’Orazione mentale, che genera la relazione filiale e amorosa col Padre, col Figlio e se dà, come frutti, la Pace e la capacità di ascoltare e comprendere gli altri intessendo relazioni di accoglienza reciproca non giudicante.

-       L’obbedienza teresiana comporta l’esercizio costante dell’umiltà; è ostacolata dalla tentazione dell’autoreferenzialità dell’io ed anche della Comunità, mentre offre i vantaggi di muoversi sulla Via del progetto di Dio, facendo emergere quelle potenzialità nascoste della singola persona e della Comunità.

-       Sia la preghiera che l’obbedienza contribuiscono, insieme alla frequenza costante, alla costruzione della vita fraterna. Le mormorazioni e il privilegiare alcune persone rispetto ad altre per affinità di vedute sono causa di divisioni. Queste si possono superare con una buona dose di empatia, esercitandosi a cercare l’immagine di Dio in ogni fratello e cercando sempre il dialogo costruttivo e la collaborazione. I Padri assistenti auspicano che in tutte le comunità diventi sempre più abituale l’Orazione mentale personale e che anche l’obbedienza sia vissuta con disponibilità cercando di comprendere e perseguire i vantaggi dell’obbedienza teresiana. Ci invitano a vivere con gioia gli incontri comunitari e provinciali e ad aprirci alla cooperazione e all’apostolato.

P. Gianni Bracchi domenica 9 ottobre, a commento del brano di S. Paolo (Col 3, 12-15), ha sottolineato che: "La dignità, la perfezione della persona umana consiste nella sua relazione con Dio, chiamata a divenire piena unione con Lui".

Sul sentiero di questo Monte (Carmelo) gli appetiti sregolati impediscono il cammino, perché sono causa di disgregazione e di dissipazione dell’energia del cuore; mentre le virtù partecipano a quel dinamismo costruttivo che:

-       salvaguarda nel cuore il desiderio di Infinito,

-       alimenta l’integrità della volontà nel perseguire il fine del vero Bene,

-       coltiva l’interiorità della persona: la relazione con Dio, con se stessa, con gli altri, con la realtà»

 

Parlando delle virtù, ha ricordato quelle che per S. Teresa di Gesù erano “tre cose essenziali” (tre virtù): amore fraterno, distacco e umiltà. Teresa è assolutamente originale nel proporre come prima virtù l’amore fraterno! Per lei, l’amore fraterno è, al contempo, una delle tre virtù e luogo di sintesi e di realizzazione delle altre due virtù; distacco e umiltà fondano, alimentano e sostengono l’amore fraterno. La relazione vera con gli altri è la palestra privilegiata della relazione con Dio.

“Gesù mio, quanto è immenso l’amore che nutrite per i figli degli uomini, se il miglior servizio che ti si possa rendere è ‘abbandonare’ Te per amore verso di essi e per il loro profitto! Mio Signore, chi non ama il prossimo, non Ti ama, poiché tutto il sangue che hai versato ci dimostra l’immenso amore che nutri per i figli di Adamo.” (Teresa d’Avila, Esclamazioni 2,2).

Persona e Comunità non sono due realtà contrapposte. La persona ha bisogno di affermare se stessa, ma questo non implica isolamento.

Solitudine e Comunione: verginità e comunità. Due aspetti complementari; (anche il corpo partecipa all’espressione di questi due aspetti).

  1. L’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio, è solo davanti -di fronte- a Dio Creatore; questa solitudine fonda la verginità di ogni creatura. La creatura appartiene al suo Creatore; Dio solo basta alla sua creatura!
  2. Con la creazione di Eva, i due esseri sono resi capaci di amore reciproco, capaci di comunione feconda: corporea e spirituale.

Compito della comunità è di accompagnare la persona a stare sola davanti al suo Dio. La solitudine - verginità rivela la sua fecondità nella comunione (“Se c’è preghiera sincera, il mio silenzio è un ascolto profondo dell’altro”).  Erano tuoi e li hai dati a me!” (Gv 17,6)

 

Le virtù sono fondate sui Sacramenti

Il nostro lavoro ascetico (il nostro esercizio delle virtù) è sempre una risposta all’iniziativa di Dio, una collaborazione con il lavoro di Gesù, del suo Spirito in noi. Quando si tratta del rapporto con Dio, non possono essere le nostre passerelle a colmare la distanza; anzi stiamo

attenti a che esse non intralcino l’iniziativa decisiva di Dio: l’Incarnazione, prolungata nei Sacramenti.

Conclusione
- Una fraternità dell’OCDS dovrebbe risplendere per la verginità (lo splendore della ‘originale solitudine’); per la comunionalità (capacità di trasmettere amore personale e comunitario, attraversando tutte le contraddizioni); per la sacramentalità (“con tutto fare del divino”).

- Se impari a dire “mio” al fratello dal volto sfigurato e ferito (Lc 16,19-31), impari a realizzare da subito il paradiso; se non lo fai, comincia costruirti il tuo inferno. (Mt, 25 31-46).
- Se impari a dire “mio” a Gesù, impari a vivere una fraternità invincibile con tutto e con tutti. “Miei sono i cieli e mia la terra, miei sono gli uomini, i giusti sono miei e miei i peccatori. Gli angeli sono miei e la Madre di Dio, tutte le cose sono mie. Lo stesso Dio è mio e per me, poiché Cristo è mio e tutto per me. (San Giovanni della Croce)>>

Ringraziamo il Signore per i tanti stimoli e spunti di riflessione che ci ha offerto attraverso la condivisione dei fratelli e le meditazioni di P. Gianni e dei nostri Padri Assistenti.

Ora comincia il nostro lavoro di discernimento e di applicazione alla nostra quotidianità di tanta ricchezza.