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domenica 26 giugno 2022

Piccole storie per l'anima - 56

 PENSIERI DEL PASSERO SOLITARIO
a cura dell'Ordine Secolare Carmelitano Teresiano della Provincia Lombarda

Un grande maestro di tiro con l'arco organizzò una gara tra i suoi allievi per valutare il loro grado di preparazione. Nel giorno fissato, un bersaglio di legno con al centro un cerchio rosso fu legato su un albero ad una estremità della radura.

All'estremità opposta, fu tracciata sul suolo una linea, dietro la quale si piazzarono i concorrenti. Un giovane avanzò baldanzosamente, impaziente di dimostrare la sua abilità. Afferrò saldamente l'arco e una delle frecce, poi si sistemò in posizione di tiro. «Posso tirare, maestro?» chiese. Il maestro che lo fissava attentamente gli domandò: «Vedi i grandi alberi che ci circondano?». «Sì, maestro, li vedo benissimo tutt'intorno alla radura». «Bene», rispose il maestro, «torna con gli altri perché non sei ancora pronto».

L'allievo, sorpreso, posò l'arco e obbedì. Un secondo concorrente si fece avanti. Prese l'arco e la freccia e mirò con cura. Il maestro si portò di fianco all'arciere e gli chiese: «Puoi vedermi?». «Sì, maestro, posso vedervi. Siete qui vicino a me». «Torna a sederti con gli altri» rispose il maestro. «Tu non potrai mai colpire il bersaglio».

Tutti i partecipanti, gli uni dopo gli altri, afferrarono l'arco e si prepararono a scoccare la freccia, ma ogni volta il maestro poneva loro una domanda, ascoltava la risposta e li rimandava alloro posto. La folla sorpresa cominciò a rumoreggiare. Nessuno degli allievi aveva tirato una sola freccia.

Allora si fece avanti il più giovane degli allievi. Se n'era stato in disparte, silenzioso. Tese l'arco poi restò perfettamente immobile, gli occhi fissi davanti a lui. «Vedi gli uccelli che sorvolano il bosco?» gli chiese il maestro. «No, maestro, non li vedo». «Vedi l'albero sul quale è inchiodato il bersaglio di legno?». «No, maestro, non lo vedo». «Vedi almeno il bersaglio?». «No, maestro, non lo vedo». Dalla folla degli spettatori si levò una risata.

Come poteva quel ragazzo colpire il bersaglio se non riusciva nemmeno a distinguerlo dall'altra parte della radura? Ma il maestro impose il silenzio e domandò pacatamente all'allievo: «Allora, dimmi, che cosa vedi?». «Io vedo solo un cerchio rosso» rispose il giovane. «Perfetto!» replicò il maestro. «Tu puoi tirare!»

La freccia solcò l'aria sibilando leggera e si piantò vibrando nel centro del cerchio rosso disegnato sul bersaglio di legno...

Nel cuore di ogni essere umano dimora un desiderio: essere felice.
L'etimologia della parola "peccato" deriva dal termine "sbagliare il bersaglio"
Commettere un "peccato" significa "sbagliare il bersaglio".
Chi pecca sbaglia il bersaglio e l'obiettivo di vivere una vita felice non lo "centra".
Schiacciato dagli affanni , dalle preoccupazioni, dai piaceri illusori e dagli inganni del mondo, l'uomo sbaglia il "bersaglio" e non "vede" l'unico obiettivo che dà vero senso e sapore alla sua vita: Dio.
L'uomo contemporaneo non è felice perché continua a sbagliare il bersaglio…

"Come il Padre ha amato me, anche io ho amato voi.
Rimanete nel mio amore.
Se osserverete i miei comandamenti, rimarrete nel mio amore,
come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e rimango nel suo amore.
Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena".
(Giovanni 15,9)
  
  "Non crediate  che sia possibile a chi ama veramente il Signore,
 amare insieme le vanità della terra"
 S. Teresa d'Avila