Una carovana di mercanti abituati da molto tempo a percorrere insieme le lunghe piste d’oriente si preparava ad attraversare un grande e pericoloso deserto. II percorso richiedeva una buona conoscenza dei luoghi e delle piste, delle oasi, ma anche delle abitudini degli indigeni.
Così si assicurarono i servizi di una guida locale famosa per la sua esperienza. Dopo dieci giorni di rapido cammino, la colonna si arrestò contro una barriera di uomini armati, fermi attorno alla statua di una delle loro orribili divinità dall’aspetto crudele, che incombeva sulla pista. "Non potete proseguire!" gridò il capo degli uomini armati "Se non sacrificate un uomo al nostro dio!
E' la regola di ogni nuova luna. Se non lo farete morirete tutti qui immediatamente!". I mercanti si radunarono e cominciarono a parlottare tra loro. La scelta era drammatica e l’accordo molto difficile. "Noi ci conosciamo tutti da molto tempo. Siamo parenti tra di noi. Non possiamo sacrificare uno di noi per placare questo dio!".
I loro sguardi si concentrarono tutti sulla guida... Dopo avere immolato il pover’uomo, secondo il rito, ai piedi della statua, la carovana riprese il cammino. Ma nessuno conosceva la via e ben presto si persero nel deserto. Morirono uno dopo l’altro di sete e di sfinimento…
E' venuto tra noi Gesù, la luce del mondo.
Ma il mondo vedendo una grande luce si è subito dato da fare per spegnerla. Oggi il mondo vive immerso nelle tenebre e
la guerra lo porterà sull'orlo dell'autodistruzione...
"State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra. Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere,e di comparire davanti al Figlio dell’uomo".
Vangelo di Luca 21,34-36
"La vita possiamo riassumerla così: molti dolori, molte lacrime, molte illusioni,
la speranza di una felicità sempre attesa e mai raggiunta.
Tuttavia ci si attacca a questa vita. Che pazzia!"
(S. Elisabetta della Trinità)