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lunedì 11 novembre 2024

Piccole storie per l'anima

 

Due sassolini, grossi si e no come una castagna, giacevano sul greto di un torrente. Stavano in mezzo a migliaia di altri sassi, grossi e piccoli, eppure si distinguevano da tutti gli altri. Perché erano di un intenso colore azzurro. Quando un raggio di sole li accarezzava, brillavano come due frammenti di cielo caduti nell’acqua.
Loro due sapevano benissimo di essere i più bei sassi del torrente e se ne vantavano dal mattino alla sera. Guardavano con commiserazione gli altri sassi che erano grigi, bianchi, striati, rossicci, chiazzati. "Noi siamo i figli del cielo!", strillavano, quando qualche sasso plebeo si avvicinava troppo. "State a debita distanza! Noi abbiamo il sangue blu. Non abbiamo niente a che fare con voi!".
Erano insomma due sassi boriosi e insopportabili. Passavano le giornate a pensare che cosa sarebbero diventati, non appena qualcuno li avesse scoperti. "Finiremo certamente incastonati in qualche collana insieme ad altre pietre preziose come noi". "Sul dito bianco e sottile di qualche gran dama". "Sulla corona della regina d’Olanda". "Sulla spilla della cravatta del Principe di Galles". "Ci aspetta una gran vita...". "Alberghi di lusso, crociere, balli, feste, ricevimenti... "Andremo fino a Caponord...".
Un bel mattino, mentre i raggi del sole giocavano con le trine di spuma dei sassi più grandi, una mano d’uomo entrò nell’acqua e raccolse i due sassolini azzurri. "Evviva!", gridarono i due all’unisono. "Si parte!". Finirono in una scatola di cartone insieme ad altri sassi colorati. "Ci rimarremo ben poco!" dissero, sicuri della loro indiscussa bellezza. La cosa durò più del previsto. I due sassolini furono sballottati di qua e di là, cambiarono spesso scatola, furono spesso soppesati e palpati da mani ruvide.
Rimasero ultimi nella scatola. Poi una mano li prese e li schiacciò di malagrazia contro il muro in mezzo ad altri sassolini, in un letto di cemento tremendamente appiccicoso. "Ehi! Fai piano! Siamo preziosi, noi!", gridavano i sassolini azzurri. Ma due sonore martellate li fecero affondare ancora di più, dentro ii cemento. Piansero, supplicarono, minacciarono. Non ci fu niente da fare. I due sassolini azzurri si ritrovarono inchiodati al muro. L’amarezza e la delusione li riempivano di riflessi viola.
"Razza di imbecilli, asini e incompetenti! Non hanno capito la nostra importanza! ". Il tempo ricominciò a scorrere, lentamente. I due sassolini azzurri erano sempre più arrabbiati e non pensavano che ad una cosa: fuggire. Ma non era facile eludere la morsa del cemento, che era inflessibile e incorruttibile. I due sassolini non si persero di coraggio. Fecero amicizia con un filo d’acqua, che scorreva ogni tanto su di loro.
Quando furono sicuri della lealtà dell’acqua, le chiesero il favore che stava loro tanto a cuore. "Infiltrati sotto di noi, per piacere. E staccaci da questo maledetto muro!" L’acqua non se lo fece ripetere due volte. Era la sua passione infiltrarsi nei muri e si divertiva molto ad allargare crepe e sbriciolare cemento. Fece del suo meglio e dopo qualche mese i sassolini già ballavano un po’ nella loro nicchia di cemento. Finalmente, una notte umida e fredda, Tac! Tac!: i due sassolini caddero per terra. "Siamo liberi!".
E mentre erano sul pavimento lanciarono un’occhiata verso quella che era stata la loro prigione. "Oooooh!" La luce della luna che entrava da una grande finestra illuminava uno splendido mosaico. Migliaia di sassolini colorati e dorati formavano la figura di Nostro Signore. Era il più bel Gesù che i due sassolini avessero mai visto.
Ma il volto... il dolce volto del Signore, in effetti, aveva qualcosa di strano. Sembrava quello di un cieco. Ai suoi occhi mancavano le pupille! "Oh, no!". I due sassolini azzurri compresero. Loro erano le pupille di Gesù!
Chissà come stavano bene, come brillavano, come erano ammirati, lassù. Rimpiansero amaramente la loro decisione. Quanto erano stati insensati! Al mattino, un sacrestano distratto inciampò nei due sassolini e, poiché nell’ombra e nella polvere tutti i sassi sono uguali, li raccolse e, brontolando, li buttò nel bidone della spazzatura.

I due sassolini azzurri falliscono perché non sanno vedere. Nella loro presunzione si illudono sulle proprie qualità e su ciò che può renderli veramente felici. Per questo motivo scoprono troppo tardi la bellezza e la ricchezza della missione a cui erano stati chiamati.


"Ho imparato ad amare la vita solo da quando
so per quale fine vivo"  

S. Teresa Benedetta della Croce (Edith Stein)


In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. E del luogo dove io vado, conoscete la via». Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».  (Vangelo secondo Giovanni 14.1-12)