Nel 2023, abbiamo celebrato il 150° anniversario della nascita di Teresa di Gesù Bambino (2 gennaio 1873) come pure il primo centenario della sua beatificazione (29 aprile 1923), approfondendo la lettura del Manoscritto A. In attesa di celebrare, nel 2025, il primo centenario della sua canonizzazione (17 maggio 1925), seguendo le indicazioni del Capitolo Generale dei Carmelitani Scalzi, tenutosi a Roma dal 30 agosto al 14 settembre 2021, l’Ordine prosegue il ciclo di lettura degli scritti di Santa Teresa.
Anno 2024 : Manoscritti B e C
Anno 2025 : Preghiere e altri testi.
Anno 2025 : Preghiere e altri testi.
Saranno proposte anche quest'anno 8 schede, con testi scelti, accompagnati da un breve commento e da alcune domande volte a stimolare la riflessione e il dialogo. L’obiettivo principale è renderci consapevoli della pertinenza dell’esperienza e del messaggio di Teresa di Gesù Bambino per noi oggi.
Presentazione Sarebbe bene che l’incontro comunitario sia preceduto dalla lettura e meditazione personale del testo di Teresa. L’incontro potrebbe svolgersi nel modo seguente: 1. Lettura del testo. 2. Uno dei partecipanti, che abbia già preparato il suo intervento, presenta il testo con l’ausilio della scheda di lettura (e di altri supporti, se necessario). 3. Dialogo comunitario sul testo. Lo scopo di questo percorso è permettere a Teresa di parlarci, di interrogarci, di incoraggiarci, e accoglierla per illuminare e confermare il nostro cammino personale e comunitario. Le domande proposte sono quindi solo indicative e possono eventualmente accompagnare la meditazione personale e la condivisione comunitaria.
Per il 2024, i testi scelti nei Manoscritti B e C sono i seguenti:
1. La mia vocazione, è l’amore (Ms B, 2v-3v) scarica la scheda 1
2. L’Aquila e l’uccellino (Ms B, 4v-5v) scarica la scheda 2
3. Nient’altro che la fiducia (LC 170 et LT 197) scarica la scheda 3
4. La piccola via (Ms C, 2v-3v)
5. La prova della fede (Ms C, 4v-7v)
6. Il trattato della carità (Ms C, 11v-14r)
7. La potenza della preghiera (Ms C, 24v-26r)
8. Tra le braccia di Gesù (Ms C, 35v-37r)
Introduzione generale
L’origine del Manoscritto B
Durante il suo ultimo ritiro in solitudine, Teresa
riceve un biglietto da sua sorella, Maria del Sacro Cuore,
che le chiede di condividere con lei le luci spirituali ricevute durante il ritiro.
Teresa risponde lo stesso giorno (13 settembre 1896)
trasmettendo alla sorella una lunga preghiera a Gesù da
lei composta pochi giorni prima, l’8 settembre 1896, in
occasione dell’anniversario della sua professione religiosa. Allega a questo testo una lettera che, con la preghiera,
costituisce l’insieme di ciò che chiamiamo Manoscritto B.
La lettera è stata inserita all’inizio del manoscritto sotto
forma di introduzione, sebbene la sua redazione sia posteriore.
Quando lo riceve, suor Maria del Sacro Cuore è
sconvolta da questo testo, di cui percepisce tutta la forza.
Scrive ancora a Teresa per esprimerle il timore di non essere capace di seguirla sulla via di una fiducia così assoluta, poiché le manca un amore di Dio così grande com’è
quello di Teresa. La risposta che quest’ultima le invia il
17 settembre 1896 completa mirabilmente l’insegnamento di Teresa contenuto nel Manoscritto B. Questa lettera
(LT 197) è inseparabile da esso e potrebbe essere considerata come la terza parte del Manoscritto B.
L’origine del Manoscritto C
Il 2 giugno 1897, Madre Agnese, vedendo la sorella
molto malata, prende il rischio di andare a trovare la Priora che le è succeduta. Le racconta dei ricordi d’infanzia
che Teresa aveva annotato su sua richiesta.
Le fa notare che Teresa ha sviluppato poco ciò che
riguarda la sua vita al Carmelo. Ora che è prossima alla
morte, sarebbe utile chiederle di farlo, per poter redigere
più facilmente la circolare che i Carmeli sono soliti inviare agli altri monasteri dopo la morte di una suora per
ricordarne la vita.
Madre Maria di Gonzaga accetta e fin dal giorno
dopo chiede a Teresa di mettersi al lavoro. Nonostante
lo stato avanzato della sua tubercolosi, Teresa obbedisce.
Completerà questo terzo scritto a matita, poiché non ha
più la forza di tenere in mano una penna.