Pagine

sabato 28 ottobre 2023

Meditazione sul Vangelo della Domenica

 

Mentre in aritmetica uno è uno e due sono due, il comandamento principale della legge, sebbene fatto di due elementi, è uno, poiché impone di guardare contemporaneamente in due direzioni (quella di Dio e quella del prossimo). Perché? Poiché, spiega Gesù, "da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti".

 Nel Vangelo di Luca è lo stesso maestro della Legge, interrogato da Gesù, a rispondere più o meno la stessa cosa, cioè, che nella Legge è scritto: "Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore e con tutta la tua anima e con tutta la tua forza e con tutta la tua mente. E il tuo prossimo come te stesso". "Hai risposto bene", gli dice Gesù in quell’occasione, "fai questo e avrai la vita" (Lc 10,28).

 Potremmo perfino notare che la risposta di quel rabbi in quella occasione narrata da Luca è più “perfetta” di quella di Gesù nel Vangelo di Matteo che leggiamo oggi. Entrambi, tuttavia, fanno riferimento agli stessi testi del Pentateuco: Dt 6,5 (Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutte le tue forze) e Lev 19,18 (Non ti vendicherai dei figli del tuo popolo e non serberai rancore contro di loro, ma amerai il tuo prossimo come te stesso). La sola differenza è che, mentre nella risposta di Gesù questi due testi vengono citati uno ad uno (il comandamento di amare Dio come primo e quello di amare il prossimo come secondo), in quella del rabbi riferita da Luca, sono assemblati come si trattasse di un’unica espressione.  

 Filologicamente non è così. Si tratta di due comandamenti distinti, che tuttavia, sia in un caso come nell’altro, formano di fatto un'unità inscindibile. Il primo (l'amore dovuto a Dio) non si realizza infatti senza il secondo (l'amore dovuto al prossimo). Gesù lo afferma esplicitamente, dicendo che "da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti".

 Ora, attenzione, però.

Sapere questo è già qualcosa, ma non basta. Anche il maestro della Legge, come abbiamo appena ricordato, lo sa bene e lo formula addirittura meglio, ma solo Gesù sa che, quando diciamo prossimo, dobbiamo intendere qualsiasi persona e non solo i membri dello stesso popolo e, gli altri, i nemici, da accogliere solo quando sono ospiti nel paese.

 "Amate i vostri nemici", dice, invece, Gesù sul monte. "Pregate per quelli che vi perseguitano, perché siate figli del Padre vostro celeste, che fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e manda la pioggia sui giusti e sugli ingiusti. Se infatti amate quelli che vi amano", spiega, "che merito avete? Non fanno forse lo stesso anche gli esattori delle tasse? E se salutate solo i vostri fratelli, che cosa fate, non fanno lo stesso anche i pagani? Siate dunque perfetti come è perfetto il Padre vostro" (Mt 5,44-48).

 Ecco, come si vede, la motivazione di un amore così grande ed esigente poggia sul fatto che siamo tutti figli di un Padre "che fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni". Non è una cosa facile e non ci è chiesto di raggiungere il livello d’amore del Figlio Gesù, ma provare a chiederlo come grazia nella preghiera è necessario per tutti e per essere veramente cristiani, come scrive Giovanni nella sua prima lettera:

 Carissimi, amiamoci gli uni gli altri, perché l'amore è da Dio e chiunque ama è nato da Dio e conosce Dio. Chi non ama non ha conosciuto Dio, perché Dio è amore". “Se qualcuno dice: Io amo Dio e odia suo fratello", aggiunge poco più avanti, "è un bugiardo, perché chi non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede” (1Gv 4,7-8.20).

Non farlo, sarebbe come dire: “Ho la fede e questo mi basta”. No, scrive severamente Giacomo nella sua lettera:

 «Che cosa giova a un uomo, fratelli miei, dire che ha fede, se non ha le opere? Questa fede può forse salvarlo? Se un fratello o una sorella se ne vanno in giro nudi e privi del cibo quotidiano, e uno di voi dice loro: "Andate in pace, riscaldatevi e saziatevi", ma non dà loro il necessario per il corpo, che cosa gli giova? Così è la fede: se non ha opere, è morta dentro. Qualcuno vi dirà: "Tu hai la fede e io ho le opere, mostrami la tua fede senza le opere e io ti mostrerò la fede con le mie opere". Voi credete che c'è un solo Dio. Avete ragione. Anche i demoni ci credono e tremano» (Gc 2,14-19).

P. Bruno Moriconi ocd