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sabato 30 settembre 2023

Meditazione sul Vangelo della Domenica

 


Una domenica in cui si leggeva questa pagina del Vangelo e io celebravo la messa nel mio paese e mia madre era presente, tornando a casa, mi raccontò ciò che segue.

Quando era bambina e il curato spiegava questa parabola, lei pensava sempre ai suoi due fratelli, che si chiamavano Graziano e Giovanni. Essi erano già giovani robusti di venti e diciotto anni e, quando il padre diceva loro che all’indomani bisognava cominciare un lavoro nella vigna o nell’oliveto, Graziano rispondeva subito sì papà, mentre Giovanni si ribellava e diceva che non voleva nemmeno pensarlo!

Ma il giorno dopo, raccontava sorridendo mia madre, nessuno sapeva dove si fosse cacciato Graziano, mentre Giovanni stava nell’oliveto o nella vigna già dalle sei della mattina, lavorando come un mulo.

Esattamente come nella parabola di Gesù!
 L’uomo che aveva due figli, si avvicinò al primo e gli disse: “Figlio, oggi va' a lavorare nella vigna”. "Non ne ho voglia", rispose questi, ma poi si pentì e vi andò. Il secondo rispose subito: “Sì, signore”, ma non vi andò.
Questo importante contrasto tra il dire e il fare, molto chiaro nella condotta dei due fratelli della parabola, Gesù lo applica a due categorie diverse di persone: i pubblicani e le prostitute, da una parte, e gli uomini pii, come i sacerdoti, gli scribi, i farisei, dall’altra. Ufficialmente i primi sono cattivi e gli altri buoni, ma non sempre è così, perché una cosa è mostrare bontà (come il figlio che dice a suo padre: “Sì, signore”, ma non va), e altro è dire no, ma pentirsi e andare.
I pubblicani e le prostitute, dice Gesù alla presuntuosa gente religiosa (a noi?), vi passeranno avanti sulla via del Regno. La logica è la stessa che sta dietro alla parabola del pubblicano e del fariseo che stavano nel tempio alla stessa ora. Il fariseo passò tutto il tempo a vantare i suoi meriti davanti a Dio, mentre il povero pubblicano, tenendosi molto indietro, vicino alla porta, non finiva di ripetere: “Abbi pietà di me, Signore, che sono un peccatore”. Il primo, ritenendosi molto buono, era convinto di pregare. L’altro, il cattivo, senza saperlo, pregava veramente. Al punto che Dio, disse Gesù, ascoltò soltanto questo povero peccatore.
“Chi dei due ha compiuto la volontà del padre?”, domanda Gesù al termine della parabola del padre che aveva due figli, uno che diceva sì e non faceva nulla, e l’altro che diceva no, ma obbediva. “Il primo”, risposero tutti, senza sapere che Gesù li considerava come il figlio che diceva sì e poi spariva. Infatti, proprio rivolto a loro, disse che i pubblicani e le prostitute li precedevano nel regno di Dio. Rimanevano indietro, perché, a differenza di quella povera gente disprezzata, pensavano di non aver bisogno, né degli insegnamenti di Giovanni Battista, né di quelli di Gesù. Erano osservanti della Legge e pensavano che ciò bastasse.

È ciò che, tuttavia, può capitare anche a noi, quando pensiamo che sia sufficiente essere devoti, anche se poco generosi. “Stiamo magari servendo il Signore tutta la vita – scriveva anni fa il carmelitano Jesús Castellano – ma con tale tiepidezza e indolenza che pensiamo e diciamo, come il figlio della parabola, che stiamo servendo il Signore, ma in realtà continuiamo a fare la nostra volontà, senza un vero movimento di rinnovamento spirituale e cambiamento”.
p. Bruno Moriconi ocd