INTRODUZIONE ALLE PIE RICREAZIONI
La scheda di p. Faustino ci porta alla scoperta di una pratica che risale alla riformatrice del Carmelo, Teresa d'Avila, che conoscendo quanto austera fosse la vita da lei proposta alle sue figlie, non voleva che esse
vivessero in eccessiva tensione e divenissero «melanconiche». Una vita di preghiera continua nella
solitudine e nel silenzio, dentro una comunità di clausura composta da una ventina di donne, è possibile, con
la grazia di Dio e con una vera vocazione, solo all'interno di un equilibrio di cui le Costituzioni teresiane
sanno dosare gli elementi con un'arte nata dall'esperienza. Le ricreazioni fanno dunque parte integrante della
vita carmelitana. E, al di là del quotidiano, ecco le feste, liturgiche e comunitarie, che rompono la monotonia
dei giorni.
Viene messo in particolare rilievo il Natale, che celebra il mistero dell'Incarnazione. E sono valorizzate
anche le feste dei Santi, specialmente martiri. Da tutto questo fiorisce un «teatro» in cui il canto ha un
grande ruolo e dove si uniscono distensione ed edificazione. Ogni Carmelo, anche in Francia, ha ricevuto
questa tradizione delle ricreazioni e, col tempo, ha coltivata una propria maniera tipica di farle.
A Lisieux, al tempo della piccola Teresa, tra le più importanti feste della comunità c'era quella della priora:
durava due giorni, e le novizie rappresentavano un pezzo «teatrale» serio e curato. Il 29 luglio, festa di S.
Marta, venivano onorate le sorelle converse. Tre giorni dopo Natale si presentava la festa dei Santi
Innocenti; il clima era molto più disteso, e si eleggeva la «priora» d'un giorno.
Per leggere la scheda
clicca qui