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lunedì 18 aprile 2022

Piccole storie per l'anima - 47

 PENSIERI DEL PASSERO SOLITARIO
 a cura dell'Ordine Secolare Carmelitano Teresiano della Provincia Lombarda

Ben prima di diventare un sapiente e stimato maestro di spiritualità e brillante consigliere di nobildonne dell'alta società romana, Girolamo aveva tentato un periodo di vita da eremita in una grotta del deserto di Giuda. Con la presunzione tipica dell'età, il giovane Girolamo si era dedicato con ardore alle molteplici forme di ascesi allora in uso tra i monaci.

       Ma i risultati si facevano attendere: il tempo gli avrebbe fatto presto capire che la sua vera vocazione era altrove nella Chiesa e che il suo soggiorno tra i monaci della Palestina ne costituiva solo il preludio. Tuttavia Girolamo doveva ancora imparare molte cose e intanto, da giovane novizio si trovava immerso nella disperazione: nonostante i suoi sforzi generosi, non riceveva alcuna risposta dal cielo.

      Andava alla deriva, senza timone, in mezzo alle tempeste interiori, al punto che le vecchie tentazioni, già così familiari, non tardarono a rialzare la cresta. Girolamo era scoraggiato: cosa aveva fatto di male? Dov'era la causa di questo cortocircuito tra Dio e lui?

     Come ristabilire il contatto con la grazia? Mentre Girolamo si arrovellava il cervello, notò all'improvviso un crocifisso che era comparso tra i rami secchi di un albero. Girolamo si gettò a terra e si percosse il petto con gesto solenne e vigoroso. E' in questa posizione umile e supplicante che lo raffigura la maggior parte dei pittori.         

      Subito Gesù rompe il silenzio e si rivolge a Girolamo dall'alto della croce: « Girolamo - gli dice - cos'hai da darmi? Cosa riceverò da te?». Girolamo non esita un attimo. Certo che aveva un sacco di cose da offrire a Gesù: «Naturalmente, Signore: i miei digiuni, la fame, la sete. Mangio solo al tramonto del sole!» Di nuovo Gesù risponde: «Ottimo Girolamo, ti ringrazio. Lo so, hai fatto del tuo meglio. Ma hai ancora altro da darmi?» Girolamo ripensa a cosa potrebbe ancora offrire a Gesù.

       Ecco allora le veglie, la lunga recita dei salmi, lo studio assiduo giorno e notte della Bibbia, il celibato nel quale si impegnava con più o meno successo, la mancanza di comodità, la povertà, gli imprevisti che si sforzava di accogliere senza brontolare e infine il caldo di giorno e il freddo di notte. Ad ogni offerta, Gesù si complimenta e lo ringrazia. Lo sapeva da tempo: Girolamo ci tiene così tanto a fare del suo meglio!

     Ma ad ogni offerta, Gesù, con un sorriso dolce sulle labbra, lo incalza ancora e gli chiede: «Girolamo, hai qualcos'altro da darmi?» Alla fine, dopo che Girolamo ha enumerato tutte le cose buone che ricorda e siccome Gesù gli pone per l'ennesima volta la stessa domanda, un po' scoraggiato e non sapendo più a che santo votarsi, finisce per balbettare: «Signore, ti ho dato già tutto, non mi resta davvero più niente!».

      Allora un grande silenzio piomba nella grotta e fino alle estremità del deserto di Giuda; Gesù replica un'ultima volta: «Eppure Girolamo hai dimenticato una cosa: dammi anche i tuoi peccati affinché possa perdonarteli...».

Questi giorni sono forse le ultime occasioni che abbiamo per liberarci dai  peccati che ci pesano sul cuore. Confessiamoci. Diamo a Gesù la possibilità di liberarci con il suo perdono che sana e fa diventare nuova la nostra persona e la nostra vita. Approfittiamo di questo tempo di Grazia. Il tempo sta per scadere...

  "Ma quando il Figlio dell'uomo verrà, troverà la fede sulla terra?"
(Vangelo di Luca 18,8)

 

 
 


DA "VOGLIO VEDERE DIO" di P. Maria Eugenio di Gesù Bambino, OCD

LA DIREZIONE SPIRITUALE
prima parte

             L'anima in cammino verso Dio trova nelle amicizie spirituali un conforto e nel direttore spirituale la luce per avanzare nelle vie di Dio. Il ruolo del direttore assicura dunque il progresso spirituale della persona ed è distinto da quello del confessore, che come un medico guarisce e preserva la vita della grazia dagli attacchi del peccato.

            La cura che s.Teresa poneva nel cercare l'aiuto della direzione spirituale basta a mostrarci l'importanza che vi attribuiva. Non iniziava nulla senza consultare teologi e persone spirituali. Tra i sacerdoti,secolari e i religiosi di ogni Ordine che consulta ad Avila e nelle città dove la conducono i viaggi per le fondazioni, si trovano i più grandi teologi del suo tempo, come i domenicani Ibanez, Bartolomeo di Medina,il grande Banez suo teologo abituale, i primi gesuiti di Avila, tra cui il P. Baldassarre Alvarez e quattro santi canonizzati come s. Pietro d'Alcantara, francescano, s.Luigi Bertrand, domenicano, s. Francesco Borgia, commissario generale della Compagnia di Gesù e s. Giovanni della Croce, primo carmelitano scalzo.

         Teresa scrive:” La mia opinione è sempre stata, come sempre lo sarà, che ogni cristiano cerchi possibilmente di trattare con chi sia ben fornito (di scienza), e quanto più, tanto meglio; quelli che seguono il cammino dell'orazione ne hanno maggior bisogno degli altri, e più spirituali essi sono, più aumenta tale necessità.

         La direzione è necessaria fin dagli inizi della vita spirituale; il bisogno di un direttore si farà sentire in modo particolare nei periodi di oscurità. La Santa insiste nelle sue raccomandazioni sottolineando le difficoltà del guidarsi da sé nelle vie spirituali. Nel Prologo della”Salita del Monte Carmelo” s: Giovanni della Croce dichiara di aver cominciato a scrivere “ dato il bisogno in cui si trovavano molte persone” che dopo aver intrapreso la strada della virtù, non vanno più avanti”perchè non comprendono o perchè mancano di guide adatte e capaci di condurle sino alla vetta (del Monte).”(Salita, Prologo,3)

         Il direttore del resto è più che una guida. Egli è, secondo s. Bernardo, un padre che nutre, che deve istruire, consolare, incoraggiare. Spetta a lui discernere la grazia particolare dell'anima e farla trionfare usando tutte le sue energie. Continua....