Il Figlio dell’uomo non è venuto per farsi servire
"Gli si avvicinarono Giacomo e Giovanni, i figli di Zebedeo, dicendogli: "Maestro, vogliamo che tu faccia per noi quello che ti chiederemo". 36Egli disse loro: "Che cosa volete che io faccia per voi?". 37Gli risposero: "Concedici di sedere, nella tua gloria, uno alla tua destra e uno alla tua sinistra". 38Gesù disse loro: "Voi non sapete quello che chiedete. Potete bere il calice che io bevo, o essere battezzati nel battesimo in cui io sono battezzato?". 39Gli risposero: "Lo possiamo". E Gesù disse loro: "Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati. 40Ma sedere alla mia destra o alla mia sinistra non sta a me concederlo; è per coloro per i quali è stato preparato". 41Gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni. 42Allora Gesù li chiamò a sé e disse loro: "Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. 43Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, 44e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti. 45Anche il Figlio dell'uomo infatti non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti"(Mc 10, 35-45).
Per capire bene questo frammento di Vangelo, anche se la tematica non è del tutto nuova, bisogna considerarla nei tre livelli ai quali ci portano le diverse scene.
Il primo mette in evidenza l’ambizione dei due fratelli, i figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni, che si avvicinano a Gesù e gli chiedono l’onore più grande: sedersi, nella Sua gloria (cioè quando avrà scacciato tutti i nemici di Israele e stabilito il Suo regno sul trono di Davide), uno alla Sua destra e l’altro alla Sua sinistra. I due hanno osato chiederlo direttamente e, “gli altri dieci, avendo sentito, cominciarono a indignarsi con Giacomo e Giovanni”, ma solo per questa presunzione, non perché a loro non interessasse la stessa cosa.
Infatti, nel capitolo precedente dello stesso Vangelo di Marco, alla domanda di Gesù (“Di che cosa stavate discutendo per la strada?”), essi erano rimasti zitti, dato che, per la strada, “avevano discusso tra loro chi fosse più grande” (Mc 9,34). È vero che i Dodici Apostoli avevano lasciato tutto per seguire Gesù, ma ciò che si aspettavano da Lui non era ciò che solo più tardi, dopo la risurrezione e con l’aiuto dello Spirito Santo, avrebbero capito, cioè la sua vittoria sulla Croce. Ciò che aspettavano era partecipare alla vittoria politica e religiosa che tutti attendevano.
Gesù lo sa e lo capisce, così come sa che, alla venuta dello Spirito, non solo lo capiranno anch’essi, ma saranno capaci di dare la vita anche loro. Per questo, e siamo nel secondo livello, ai due ambiziosi che, al momento, non sanno quello che stanno chiedendo, Gesù dice: “Il calice che io bevo anche voi lo berrete, e nel battesimo in cui io sono battezzato anche voi sarete battezzati”. Saranno capaci di dare la vita come Gesù, ma sedersi alla Sua destra o alla Sua sinistra rimane riservato. Ognuno ha il suo ruolo e non deve preoccuparsi, perché tutti sono importanti.
Infatti - e arriviamo alla regola del discepolo -, si tratta di un regno, quello di Gesù, totalmente inaspettato, benché sia anche il migliore. Lo aveva detto, ai suoi discepoli, poco prima: “Se uno vuole essere il primo, sia l'ultimo di tutti e il servitore di tutti” (Mc 9,35). Adesso, in altro modo, dice loro: “Voi sapete che coloro i quali sono considerati i governanti delle nazioni dominano su di esse e i loro capi le opprimono. Tra voi però non è così; ma chi vuole diventare grande tra voi sarà vostro servitore, e chi vuole essere il primo tra voi sarà schiavo di tutti”.
Parla loro così, non per chiamarli a far penitenza come Giovanni Battista chiamava i suoi, ma perché divengano i primi, per vincere, come Lui ha vinto. “Anche il Figlio dell'uomo infatti”, dice loro, “non è venuto per farsi servire, ma per servire e dare la propria vita in riscatto per molti”. I “molti” a favore dei quali Gesù ha dato la sua vita siamo tutti, dato che il semitismo implicito nel greco antí pollôn (per molti) indica la moltitudine ossia tutti.
p. Bruno Moriconi ocd