Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un po'
30Gli apostoli si riunirono attorno a Gesù e gli riferirono tutto
quello che avevano fatto e quello che avevano insegnato. 31Ed egli disse loro:
"Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un
po'". Erano infatti molti quelli che andavano e venivano e non avevano
neanche il tempo di mangiare. 32Allora andarono con la barca verso un luogo deserto, in
disparte. 33Molti però li videro partire e capirono, e da tutte le città
accorsero là a piedi e li precedettero. 34Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe
compassione di loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si
mise a insegnare loro molte cose.
Gli apostoli sono gli stessi Dodici che Gesù aveva inviato a due a
due in missione e, stranamente, è l’unica volta che l’evangelista Marco li
chiama così (apostoli). Essi sono pieni di entusiasmo per la missione appena
ultimata e Gesù, senza dir loro nulla, come al ritorno dalla missione dei
settantadue nel Vangelo di Luca (10,17-20), li invita semplicemente a riposare.
“Venite in disparte, voi soli, in un luogo deserto, e riposatevi un poco”, dice
loro molto amabilmente. Un invito che in Mt 11,28 suona ancora più dolce e può
applicarsi a chiunque di noi: “Venite a
me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro”.
La necessità del riposo proposto da Gesù agli apostoli non è
motivata tanto dalla fatica della missione compiuta, quanto dalla situazione
presente. “Infatti”, scrive l’evangelista, “erano molti quelli che andavano e
venivano e non avevano neanche il tempo di mangiare”. Esagerato? Non parve così
al santo monaco anglosassone Beda il Venerabile (673-735) che, nel leggere
questo versetto, esclamò: “Oh, tornasse anche ai nostri giorni tanta felicità,
in modo che i ministri della Parola fossero talmente assediati dalla folla dei
fedeli e degli ascoltatori da non aver più neppure il tempo di prendersi cura del
proprio corpo!” (Commento al Vangelo di Marco).
Infatti, come al solito, non ebbero tregua neppure quel
giorno. Partirono in barca soli con il Maestro verso un luogo deserto, ma molti
li videro partire, li riconobbero e accorsero da tutti i villaggi, tanto da
precederli. L’apostolato sarebbe privo di contenuto senza condividerlo col
Maestro ed è precisamente per questo che Gesù desidera che vadano da soli in un
luogo deserto a riposarsi un poco con Lui, ma il bisogno della gente è ancora
più importante. Lo stesso Gesù, per stare con il Padre, doveva farlo di notte,
perché durante il giorno, come in quella giornata con i suoi apostoli, sono
tanti quelli che vanno e vengono che non trovano il tempo neppure per mangiare.
Per quanto si riferisce al ritirarsi di Gesù con il Padre, fin
dall’inizio del suo Vangelo, Marco annota che dopo aver guarito molti a
Cafarnao il giorno prima, il giorno seguente “Al mattino presto si alzò quando
ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava” (Mc
1,35). Così anche, per esempio, una volta congedata la gente saziata con la
moltiplicazione dei pani, “salì sul monte, in disparte, a pregare e, venuta la
sera, egli se ne stava [ancora] lassù, da solo” (Mt 14,23; cfr. Mc 6,46). Anzi,
gli evangelisti ci danno l’impressione che quasi tutte le notti Gesù cercasse
la solitudine per recuperare le forze o decidere che fare il giorno seguente.
Quando per esempio, dovette scegliere i Dodici, “se ne andò sul monte a
pregare” scrive Luca, “e passò tutta la notte pregando Dio” (Lc 6,12).
Era ciò che Gesù desiderava apprendessero anche i suoi
discepoli, quando disse loro: “Venite in disparte, voi soli, e riposatevi un
poco”. Ma allo stesso tempo, perché non trascurassero le necessità della gente,
diede Lui stesso l’esempio affinché i bisogni dei fratelli avessero sempre la priorità.
Infatti, “Sceso dalla barca, egli vide una grande folla, ebbe compassione di
loro, perché erano come pecore che non hanno pastore, e si mise a insegnare
loro molte cose”.
Sappiamo che di lì a poco avverrà la moltiplicazione dei
pani e che Gesù si occuperà anche della fame di quella gente, ma, prima di
tutto, ha compassione della sua ignoranza e si mette a istruire quelle persone.
Come in 1,22, l’evangelista Marco non specifica il contenuto del suo
insegnamento, ma il fatto che dica che Gesù vedeva quella gente vagare come pecore senza pastore, indica che,
senza dubbio, parlò della loro dignità come persone amate da Dio. Forse parlò
loro con le parole del Salmo 23 (22), dicendo che, se si lasciassero guidare
dal Signore, nulla potrebbe mancar loro. Che Lui sa come condurre verso fonti
tranquille e come guidare per giusti sentieri. Che non c'è nulla da temere,
perché Egli cammina sempre con noi, rassicurandoci col suo bastone e il suo
vincastro.
Disse cose sicuramente simili e, per manifestare che non si
trattava di parole vuote, vedendo che coloro che lo ascoltavano non avevano
nulla da mangiare, li fece sedere in gruppi di cento e di cinquanta e spezzati
i cinque pani che gli avevano portati i suoi discepoli, li diede loro perché li
distribuissero a quella gente finché tutti non fossero sazi.
È questo (la moltiplicazione dei pani), ciò che
effettivamente, segue, dopo questo episodio, anche nel Vangelo di Marco, sebbene
le prossime domeniche la liturgia scelga la versione del Vangelo di Giovanni.
p. Bruno Moriconi ocd