DOMENICA V DI QUARESIMA – Anno A:
Cristo, la Risurrezione, la Vita
LETTURE: Ez 37, 12-14; Sal
129; Rm 8,8-11; Gv 11,1-45
In questa Domenica domina un anticipo chiaro della realtà piena della Risurrezione.
Gesù, che abbiamo già conosciuto come Sorgente dell’acqua viva (III Domenica) e
della luce (IV Domenica), oggi si manifesta in modo più specifico come Colui
che ridona la vita, capace di vivificare anche i morti: “Riconoscerete che io sono il Signore – annuncia già Ezechiele, prima
lettura - quando aprirò le vostre tombe e
vi farò uscire dai vostri sepolcri, o popolo mio. Farò entrare in voi il mio
spirito e rivivrete”. La profezia nella storia immediata riguardava una
ripresa morale e politica d’Israele, decimato, avvilito e prostrato dalla schiavitù
a Babilonia; una ripresa somigliante a una rinascita o risurrezione che avrebbe
ricostituito Israele in popolo libero, come realmente avvenne dopo il ritorno
in patria. Nel contempo la profezia è aperta a un Evento ancora misterioso in cui
un Inviato, un Messia, sarà capace di operare una Risurrezione più integrale e
completa.
L’avvenimento della malattia e della morte di Lazzaro…La proclamazione
di Gesù. Osserviamo alcune reazioni del Signore nel Vangelo: A chi gli riferisce che Lazzaro è malato, Gesù
risponde: “Questa malattia non porterà
alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di
Dio venga glorificato”. Il suo ritardare nel viaggio a Betania e infine la
sua dichiarazione inaspettata: “Lazzaro è
morto e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi
crediate…”. Queste espressioni e gesti ci dicono che gli eventi tragici
della povera nostra vita mortale sono permessi, raccolti da Dio Padre perché si
manifesti la Gloria del Figlio che è tutto, sempre e soltanto Vita, e quindi ha
la capacità di suscitare, e tutto il
diritto di chiedere, la piena fiducia nella Sua Persona. Su questo il Maestro
insiste nel dialogo con Marta. La sorella del defunto crede solo fino a un
certo punto, convinta che, se Gesù fosse stato presente, Lazzaro sarebbe
guarito e non morto; ma il Maestro vuole condurla a riconoscere nella Sua
persona il Messia Figlio di Dio, perciò esprime la solenne dichiarazione “Io
sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà…. Credi
questo?”. Lei risponde: “Sì, o
Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel
mondo”.
Commozione, pianto del Signore: Dopo Marta, ecco l’incontro con la
sorella Maria. Continua il“Quando
Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi
dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!».
Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano
venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, domandò: «Dove lo
avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». Gesù scoppiò in pianto.
Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!»… Allora Gesù, ancora una volta
commosso profondamente, si recò al sepolcro…”. E’ evidente l’insistenza dell’Evangelista
Giovanni sulla commozione del
Signore; è la prima volta che il discepolo prediletto scrive di questo profondo
turbamento e dolore del Maestro e Signore della Vita che geme come un bimbo, dinanzi alla vittoria temporanea, ma crudele dell’antivita: Gesù singhiozza
intensamente, vive una specie di divino, immenso fremito davanti alla prima
creazione, tutta fatta nel Suo Amore-Sapienza, ma piombata nel disordine e nella morte. Proprio dentro questo contesto tragico
in cui sembra trionfare ancora una volta la dissoluzione, la proclamazione
gloriosa e sicura di Gesù: “IO SONO LA RISURREZIONE E LA VITA” diviene poco
dopo un Fatto, una vittoria sul campo, un segnale visibile.
Vangelo:
L’avvenimento inaudito di Gesù che richiama alla vita Lazzaro defunto:
“Disse Gesù: «Togliete la pietra!»...
Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo
grazie perché mi hai ascoltato…». Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro,
vieni fuori!». Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso
avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberatelo e lasciatelo andare»...”.
E’ l’ultimo dei miracoli che Gesù offre
ai suoi avversari in quel contrasto fra luce e tenebre che si sta svolgendo;
inoltre, rispetto alle altre risurrezioni operate da Gesù, questa riveste una
particolare importanza sia perché
riguarda un morto di quattro giorni, già chiuso nella tomba, sia perché è
accompagnata da gesti e da parole che rendono quel fatto un “segno” più tangibile
e specifico del potere messianico illimitato che ha Cristo.
Questo
è il punto dove può e deve giungere il dono della fede, la nostra certezza e
confidenza: credere che a Gesù appartiene il potere di risuscitare i morti in
modo plenario e che Egli può esercitarlo per ridare la vita anche corporea a
Lazzaro, e quindi può ridare la risurrezione e la rinascita dello spirito, a
chi si affida a Lui già su questa terra. Ed è implicito che innanzitutto Gesù
stesso vincerà nella propria persona sulla morte per sempre; e avrà il potere
di rendere partecipi della Sua Risurrezione gloriosa i corpi dei credenti, la
nostra povera carne, nel Giorno intramontabile dei Cieli nuovi e della Terra
nuova.
Gesù Risorto con la Sua Chiesa santa continua a donare Vita nuova.
Il primo grande frutto dell’Avvenimento di Cristo-Vita-Risurrezione è accaduto
anche a ciascuno di noi, sia pure piccoli, mentre eravamo incapaci di dire una
parola, ignari di tutto: come abbiamo ricevuto gratis la vita naturale (nel
momento della nostra nascita, in quel misterioso passaggio “alla luce” del mondo dal chiuso del grembo della
nostra mamma), così ci è stata regalata,
senza merito nostro, una Vita molto più grande e più felice, quando portati in
chiesa, presenti e contenti papà e mamma, mediante il sacerdote, bagnati con
l’acqua, siamo stati immersi, in nome
della Trinità, “battezzati” nella Vita dell’ Uomo-Dio che ci ha gridato con
potenza: “Esci fuori” dal mondo chiuso, buio, incatenato dall’omicida
dell’umanità, e poi: “liberatelo…”, come dire: ‘fatelo entrare nel mondo nuovo degli
uomini resi liberi e Figli del Padre, grazie al Figlio amato’. Lui l’ha detto e, in simultanea, l’ha fatto! E’ un immenso Dono questa “Illuminazione” e Vita nuova ricevuta
col Santo Battesimo! E quand’anche lo tradiamo, Gesù-Risurrezione ha
l’Onnipotenza di riportare alla vita perfino i cuori più morti, e le vite ormai
putrefatte, se a Lui e al Suo Corpo mistico ecclesiale (i Suoi Sacramenti, i
Suoi Pastori, i Suoi Santi, la Verità che annuncia…) ci riaffidiamo con
sincerità.
Mettiamoci in preghiera: Assieme alla Chiesa con la Colletta propria
di oggi imploriamo: “Eterno Padre, la tua gloria è l'uomo vivente; tu che hai
manifestato la tua compassione nel pianto di Gesù per l'amico Lazzaro, guarda
oggi l'afflizione della Chiesa che piange e prega per i suoi figli morti a
causa del peccato, e con la forza del tuo Spirito richiamali alla vita nuova…
” . E supplichiamo col Prefazio: Signore Gesù, ‘Tu oggi estendi a tutta
l'umanità la Tua misericordia, e con i Tuoi sacramenti ci fai passare dalla
morte alla vita’. Donami e donaci la grazia di fare questo passaggio pienamente.
Amen.
P. Agostino Pappalardo Ocd