OCDS –
TERRITORIO ROMANO
“BUONA PASQUA CON SANTA TERESA
D’AVILA”
Domenica, 6 aprile 2014, le Fraternità OCDS del Territorio
Romano, si sono riunite in Roma, presso i locali e la Chiesa di S. Teresa di G. B. in Panfilo – Via G.
Spontini, 17, per vivere comunitariamente all’insegna della gioia, la giornata
di Spiritualità programmata in
preparazione alla Santa Pasqua. Il
relatore Padre Ennio Laudazi, Consigliere
Provinciale Religioso OCDS, nel rivolgere il suo cordiale saluto alla numerosa Assemblea
intervenuta, ha voluto interpretare il nostro reciproco piacere di ritrovarci
insieme, citando questa frase del Goethe: “Incontrarsi
è il più grande dono dell’amore”.
Per aiutarci a comprendere in profondità il Mistero Pasquale in tutta la
sua pienezza (pleroma), Padre Ennio
ha scelto come argomento della sua meditazione: “Buona Pasqua con Santa Teresa d’Avila”. Tema davvero di grande attualità, in questo
tempo in cui ci stiamo preparando a celebrare il 5° Centenario della Nascita
(avvenuta in Avila il 28 marzo 1515) della nostra cara Santa Madre, Dottore
della Chiesa, eccelsa Maestra di vita spirituale, che ci richiama alla preghiera contemplativa, da porre a
fondamento della nostra vita interiore e di ogni attività apostolica. Atteggiamento perfettamente in linea con
il nostro Papa Francesco, il quale al
n° 264 della sua esortazione apostolica “Evangelii
Gaudium” ci ricorda che per comunicare il Vangelo a questa società
contemporanea, spesso indifferente, priva di valori sacri, superficiale e
distratta “abbiamo bisogno di soffermarci
in preghiera per chiedere a Gesù che torni ad affascinarci ed apra il nostro
cuore freddo. … E’ urgente ricuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta
di riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza, che
aiuta a condurre una vita nuova”.
La Pasqua, che per gli Ebrei ricorda il “passaggio” dalla schiavitù egiziana alla libertà, per noi cristiani
diviene memoriale, cioè attualizzazione del mistero pasquale, di morte e risurrezione di Cristo, il quale ci ha
amato a tal punto, da offrire se stesso in riscatto della nostra eterna
salvezza. La simbologia del baco da seta,
usata nel suo “Castello interiore” da
Santa Teresa di Gesù per descrivere il processo di cambiamento che si verifica nell’anima
decisa ad unirsi a Cristo e ad uniformarsi a Lui, si presta egregiamente ad
illustrarci l’itinerario da seguire per abbandonarci a Dio e lasciarci
illuminare dalla sua grazia. La nostra Santa si sofferma a spiegare in qual
modo quei piccoli insetti, all’inizio dell’estate, prendano vita sui rami di
gelso, dalle cui foglie traggono il nutrimento per fabbricarsi il bozzolo, nel
quale si rinchiudono, divengono bruchi brutti
e grossi, muoiono e, poco dopo, ciascuno di essi esce dal bozzolo mutato in
“una piccola farfalla bianca, molto
graziosa…
L’anima, -così continua il suo accostamento S. Teresa- di cui
quel verme è l’immagine, comincia a prendere vita quando per il calore
dello Spirito Santo comincia a valersi dei soccorsi generali che Dio accorda a
ognuno e a servirsi dei rimedi che Egli ha lasciato nella sua Chiesa, come le
frequenti confessioni, le buone letture e le prediche” (Quinte Mansioni 2, 2-3). La Santa esorta le anime ad imitare la
ferma determinazione del baco nel
costruirsi la casa in cui dovrà morire, per poter poi rinascere a vita nuova
come bianca farfalla. La casa che noi
siamo chiamati a costruirci è lo stesso Cristo
Gesù, poiché in Lui è la nostra vera vita da accogliere in pienezza,
impegnandoci a crescere nella grazia e
ad eliminare in noi tutto ciò che a Lui non piace.
Mettiamo in pratica quanto ci suggerisce in proposito la
nostra S. Madre: “ Tessiamo questo
piccolo bozzolo mediante lo spogliamento di ogni nostro amor proprio e volontà,
distaccandoci da ogni cosa terrena e praticando opere di penitenza, di
orazione, di meditazione… E poi muoia,
muoia pure questo verme, come il baco da seta dopo aver fatto il suo lavoro!
Allora ci accorgeremo di vedere Iddio e ci sentiremo sepolte nella sua grandezza,
come il piccolo verme nel suo bozzolo.
Oh, potenza di Dio! Oh, in che stato esce l’anima dopo essere rimasta
nella grandezza di Dio e tanto a Lui unita. Pensate alla differenza fra un
verme ributtante e una piccola farfalla bianca: così di lei” (5 M 2, 6-7).
La devota celebrazione della S. Pasqua, con il
suo mistero di passione, morte e risurrezione, ci aiuti a riscoprire con quale
immenso amore Gesù ci abbia amato e favorisca la nostra rinascita come nuove
creature. Considerando la grande dignità donata al nostro essere, rendiamoci
degni della vocazione ricevuta da Dio, che ci ha creato “per trovarci, al suo cospetto, santi e immacolati nell’amore” (Ef
1, 4) e procediamo con sicurezza nel nostro itinerario di santità. L’ascolto
assiduo della Parola di Dio e la perseveranza nelle opere di bene, fecondino la
nostra orazione e ci aiutino ad avanzare nelle sette Mansioni del nostro Castello Interiore, ponendoci alla scuola
di S. Teresa e dei nostri Santi e seguendo con impegno l’esempio della B. V.
Maria, Madre, Regina e Patrona del Carmelo.
Cristo Risorto, nostra pace e gioia, ci consenta di uscire dalla
schiavitù del peccato e di trasformare il “bruco
brutto e grosso” della nostra anima in una “graziosa farfalla bianca” capace di volare ad ali spiegate, nelle
azzurre e sconfinate vie del cielo. Il
proficuo ed aperto scambio di idee emerso nel corso dell’Assemblea, la partecipazione comunitaria
alla S. Messa e, nel pomeriggio, la preghiera della Via Crucis e l’Adorazione
Eucaristica, ci hanno fatto percepire la nostra fratellanza e la gioia di
sentirci veramente parte integrante della grande Famiglia Carmelitana
Teresiana.
Maria Teresa Cristofori
Presidente Prov.le OCDS Romano