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sabato 12 aprile 2014

Giornata di Spiritualità delle Fraternità OCDS Romane


OCDS – TERRITORIO ROMANO

“BUONA PASQUA CON SANTA TERESA D’AVILA”
                                                                      
Domenica, 6 aprile 2014, le Fraternità OCDS del Territorio Romano, si sono riunite in Roma, presso i locali e la Chiesa  di S. Teresa di G. B. in Panfilo – Via G. Spontini, 17, per vivere comunitariamente all’insegna della gioia, la giornata di Spiritualità programmata  in preparazione alla Santa Pasqua.  Il relatore Padre Ennio Laudazi, Consigliere Provinciale Religioso OCDS, nel rivolgere il suo cordiale saluto alla numerosa Assemblea intervenuta, ha voluto interpretare il nostro reciproco piacere di ritrovarci insieme, citando questa frase del Goethe: “Incontrarsi è il più grande dono dell’amore”.  Per aiutarci a comprendere in profondità il Mistero Pasquale in tutta la sua pienezza (pleroma), Padre Ennio ha scelto come argomento della sua meditazione: “Buona Pasqua con Santa Teresa d’Avila”.  Tema davvero di grande attualità, in questo tempo in cui ci stiamo preparando a celebrare il 5° Centenario della Nascita (avvenuta in Avila il 28 marzo 1515) della nostra cara Santa Madre, Dottore della Chiesa, eccelsa Maestra di vita spirituale, che ci richiama alla preghiera contemplativa, da porre a fondamento della nostra vita interiore e di ogni attività apostolica.       Atteggiamento perfettamente in linea con il nostro Papa Francesco, il quale al n° 264 della sua esortazione apostolica “Evangelii Gaudium” ci ricorda che per comunicare il Vangelo a questa società contemporanea, spesso indifferente, priva di valori sacri, superficiale e distratta “abbiamo bisogno di soffermarci in preghiera per chiedere a Gesù che torni ad affascinarci ed apra il nostro cuore freddo.  E’ urgente ricuperare uno spirito contemplativo, che ci permetta di riscoprire ogni giorno che siamo depositari di un bene che umanizza, che aiuta a condurre una vita nuova”.         
La Pasqua, che per gli Ebrei ricorda il “passaggio” dalla schiavitù egiziana alla libertà, per noi cristiani diviene memoriale, cioè attualizzazione del mistero pasquale, di morte e risurrezione di Cristo, il quale ci ha amato a tal punto, da offrire se stesso in riscatto della nostra eterna salvezza. La simbologia del baco da seta, usata nel suo “Castello interiore” da Santa Teresa di Gesù per descrivere il processo di cambiamento che si verifica nell’anima decisa ad unirsi a Cristo e ad uniformarsi a Lui, si presta egregiamente ad illustrarci l’itinerario da seguire per abbandonarci a Dio e lasciarci illuminare dalla sua grazia. La nostra Santa si sofferma a spiegare in qual modo quei piccoli insetti, all’inizio dell’estate, prendano vita sui rami di gelso, dalle cui foglie traggono il nutrimento per fabbricarsi il bozzolo, nel quale si rinchiudono, divengono bruchi brutti e grossi, muoiono e, poco dopo, ciascuno di essi esce dal bozzolo mutato in “una piccola farfalla bianca, molto graziosa…
L’anima, -così continua il suo accostamento S. Teresa- di cui  quel verme è l’immagine, comincia a prendere vita quando per il calore dello Spirito Santo comincia a valersi dei soccorsi generali che Dio accorda a ognuno e a servirsi dei rimedi che Egli ha lasciato nella sua Chiesa, come le frequenti confessioni, le buone letture e le prediche”  (Quinte Mansioni 2, 2-3).     La Santa esorta le anime ad imitare la ferma  determinazione del baco nel costruirsi la casa in cui dovrà morire, per poter poi rinascere a vita nuova come bianca farfalla. La casa che noi siamo chiamati a costruirci è lo stesso Cristo Gesù, poiché in Lui è la nostra vera vita da accogliere in pienezza, impegnandoci a crescere  nella grazia e ad eliminare in noi tutto ciò che a Lui non piace.
Mettiamo in pratica quanto ci suggerisce in proposito la nostra S. Madre: “ Tessiamo questo piccolo bozzolo mediante lo spogliamento di ogni nostro amor proprio e volontà, distaccandoci da ogni cosa terrena e praticando opere di penitenza, di orazione, di meditazione… E  poi muoia, muoia pure questo verme, come il baco da seta dopo aver fatto il suo lavoro! Allora ci accorgeremo di vedere Iddio e ci sentiremo sepolte nella sua grandezza, come il piccolo verme nel suo bozzolo.  Oh, potenza di Dio! Oh, in che stato esce l’anima dopo essere rimasta nella grandezza di Dio e tanto a Lui unita. Pensate alla differenza fra un verme ributtante e una piccola farfalla bianca: così di lei”  (5 M 2, 6-7).
   La devota celebrazione della S. Pasqua, con il suo mistero di passione, morte e risurrezione, ci aiuti a riscoprire con quale immenso amore Gesù ci abbia amato e favorisca la nostra rinascita come nuove creature. Considerando la grande dignità donata al nostro essere, rendiamoci degni della vocazione ricevuta da Dio, che ci ha creato “per trovarci, al suo cospetto, santi e immacolati nell’amore” (Ef 1, 4) e procediamo con sicurezza nel nostro itinerario di santità. L’ascolto assiduo della Parola di Dio e la perseveranza nelle opere di bene, fecondino la nostra orazione e ci aiutino ad avanzare nelle sette Mansioni del nostro Castello Interiore, ponendoci alla scuola di S. Teresa e dei nostri Santi e seguendo con impegno l’esempio della B. V. Maria, Madre, Regina e Patrona del Carmelo.   Cristo Risorto, nostra pace e gioia, ci consenta di uscire dalla schiavitù del peccato e di trasformare il “bruco brutto e grosso” della nostra anima in una “graziosa farfalla bianca” capace di volare ad ali spiegate, nelle azzurre e sconfinate vie del cielo.   Il proficuo ed aperto scambio di idee emerso nel corso  dell’Assemblea, la partecipazione comunitaria alla S. Messa e, nel pomeriggio, la preghiera della Via Crucis e l’Adorazione Eucaristica, ci hanno fatto percepire la nostra fratellanza e la gioia di sentirci veramente parte integrante della grande Famiglia Carmelitana Teresiana.


                                                           Maria Teresa Cristofori 
Presidente Prov.le OCDS Romano