lunedì 15 novembre 2021

Piccole storie per l'anima - 25

PENSIERI DEL PASSERO SOLITARIO

Rubrica settimanale a cura dell'Ordine Secolare Carmelitano Teresiano della Provincia Lombarda 

COME GUFI NELLA NOTTE


Perché ti ritiri ogni notte nel bosco in solitudine?, chiese lo scoiattolo.
"Per pregare" rispose il gufo.
"Ma Dio è dappertutto, no?".
"Certo, Dio è dappertutto!".
"E Dio è lo stesso in qualunque posto?".
"Sì, Dio è lo stesso ovunque".
"E allora perché vai ogni notte a pregare nel bosco in solitudine?".
"Perché di notte, nel bosco, in solitudine, io non sono lo stesso!" 





Tu, invece, quando preghi, entra nella tua camera e, chiusa la porta, prega il Padre tuo nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà".
(Vangelo di Matteo 6,2-6).









Da" VOGLIO VEDERE DIO"
di P. Maria Eugenio di Gesù Bambino, OCD


ASCESI TERESIANA - Prima Parte


Il primato che s. Teresa dà all'orazione nella sua spiritualità, non le fa dimenticare l'importanza dell'ascesi: “Comodità e orazione non sono compatibili tra loro”(Cammino di Perfezione,c. XII, 2). Assoluta, idonea e graduale: ecco i tre caratteri dell'ascesi teresiana che ora esamineremo.
Olio su tela di p. Enzo Caiffa ocd
I contemplativi devono tener alta la bandiera dell'umiltà e sopportare tutti i colpi che possono essere loro inferti senza restituirne nessuno, perchè il loro compito è quello di soffrire come Cristo, portare alta la croce, non lasciarsela sfuggire di mano
”(Cammino di Perfezione, c. XVIII,5).
Non si entra nell'intimità divina se non per mezzo di una morte, ma più lenta, fatta di mortificazione continua. La generosità è necessaria fin dagli inizi della vita spirituale: “...bisogna tendere sempre alla meta, a costo di morire durante il cammino, se il cuore non regge ai molti ostacoli che vi si incontrano; sprofondi pure il mondo!..”(Cammino di Perfezione, c. XXI, 2).
Tutta questa ascesi deve condurre, infatti, al dono totale della volontà e di se stessi.
San Giovanni della Croce presenta lo stesso ideale di s. Teresa. All'inizio del trattato “Salita del Monte Carmelo”, disegna un grafico che indica l'itinerario da seguire. In mezzo al grafico si vede un sentiero stretto, che sale diritto verso la cima della montagna, sul quale il santo ha scritto per quattro volte: "Nulla, nulla, nulla, nulla”.
Un distacco che si applica sia ai beni spirituali che a quelli di questo mondo, come ci precisa s. Giovanni della Croce:
Per poter gustare il tutto, non cercare il gusto in nulla.
Per possedere il tutto, non voler possedere nulla.
Per poter essere tutto, non voler essere nulla.
Per poter conoscere il tutto, non voler sapere nulla. (1 Salita, c. XIII, 11)